E’ record per le sanzioni emesse sui mezzi pubblici Milanesi. +25% è un dato importante, per svariate ragioni. Ed il fatto che arrivi ad un anno dal ricambio dei vertici dimostra che, per risolvere il problema, bastava allentare la pressione ideologica sulla società di trasporto locale. Il problema, come sempre, è il troppo poco e troppo tardi che porta a cose come questa, riportata da Repubblica:
Un aspetto va sottolineato: gli ispettori sono di più e più visibili, e in tanti se ne sono accorti. E a crescere di più sono le persone controllate, del 62 per cento sul 2017, rispetto alle sanzioni. I controllori danno la caccia agli abusivi anche assieme al personale di security e alla polizia locale, per girare sulle linee più critiche. Tra queste rientrerebbe, tra le altre, anche la 53. È su questa linea, che fa la spola tra Lambrate e Sesto Marelli passando per via Padova e Crescenzago, che ieri nel pomeriggio un autista è stato vittima di un’aggressione. Erano le due e mezza quando, secondo le prime ricostruzioni, l’autobus stava percorrendo il quartiere Adriano e ha incrociato un uomo in bicicletta in contromano. Una manovra che probabilmente l’autista deve aver fatto notare al ciclista. Che però se l’è presa: è tornato indietro, ha raggiunto l’autobus alla fermata di via Saragat e con la catena della bici avrebbe infranto il finestrino della cabina di guida. Il conducente, dallo spavento, si è spostato di riflesso, colpendo con la testa la barriera della cabina di guida. Se l’è cavata con una piccola lesione mentre il ciclista è riuscito a scappare,
Cosa c’entra l’aggressione di un ciclista ai danni dell’autista? Ce lo spiega l’esperienza di Rudy Giuliani a New York, all’inizio degli anni 90: se hai un problema di crimine diffuso non serve per forza aumentare le forze di polizia. Basta aumentare i controlli. In divisa. Ben riconoscibili. Il nostro cervello, nel fare un’analisi del territorio, stabilisce se c’è via libera o meno sulla base di quanto è presidiato, non del colore delle divise. Quando, improvvisamente, passi da un regime di totale lassismo ad uno di controllo, anche minimo, chi era abituato a fare quello che voleva comincia a diventare aggressivo. È normale. È la lotta per il territorio. E vuol dire che si è sulla giusta direzione. Nella quale si deve avere, però, il coraggio di insistere: il prossimo obiettivo è la metro, che è pure più facile da controllare, paradossalmente, grazie ai tornelli. Cercando, magari per una volta, di nons caricare sui martiri della security un compito che andrebbe almeno condiviso con la forza pubblica.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,