Istat: in 4 famiglie su 100 tutti i componenti disoccupati, oltre metà al Sud

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Milano 10 Maggio – In un milione e 100mila famiglie italiane, nel 2017 “tutti i componenti appartenenti alle forze di lavoro erano in cerca di occupazione”. In pratica, in 4 famiglie su 100 non si percepiva alcun reddito da lavoro, mentre nel 2008 l’incidenza era circa la metà (535mila famiglie). A rivelare il dato è il presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, nel corso dell’audizione sul Def, spiegando che la situazione è peggiore al Sud.

L’incidenza di queste famiglie è decisamente più bassa al Nord (circa 2 ogni 100, rispetto a 7 su 100 nel Mezzogiorno). Nel complesso si stima un leggero miglioramento rispetto al 2016 (quasi 15mila in meno), ma la situazione al Sud, ha evidenziato, è in peggioramento (quasi 13mila in più).

Escludendo le famiglie in cui non ci sono appartenenti alle forze di lavoro, la quota con tutti i componenti attivi disoccupati si attesta al 6,4% (era 6,6% nel 2016), con un range che va dal 3,5% nel Nord (3,7% nel 2016) al 12,0% nel Mezzogiorno (11,8% nel 2016).

Sono ancora le famiglie monogenitore quelle che faticano in misura maggiore a entrare nel mondo del lavoro (12,5% con almeno un componente in cerca di occupazione), in particolare quelle composte da un genitore donna (13,1%). Se si considera anche la dimensione territoriale, si stima che quasi il doppio della media nazionale (23,7%) delle famiglie con un solo genitore donna residenti nel Mezzogiorno abbia almeno un componente alla ricerca di un lavoro.

“Aumenta povertà assoluta, coinvolge 5mln persone” –  Aumentano anche gli italiani in povertà assoluta. Secondo Alleva, nel 2017 il fenomeno riguarderebbe circa 5 milioni di individui, l’8,3% della popolazione residente, in aumento rispetto al 7,9% del 2016 e al 3,9% del 2008. Le famiglie in povertà assoluta, secondo stime preliminari, sarebbero 1,8 milioni, con un’incidenza del 6,9%, in crescita di sei decimi rispetto al 6,3% del 2016 (era il 4% nel 2008).

“Con aumento Iva minore crescita Pil dello 0,1%” – La mancata sterilizzazione delle clausole di salvaguardia con il conseguente aumento dell’Iva determinerebbe, poi, un impatto negativo sulla crescita del Pil italiano pari allo 0,1%. Con l’aumento dell’Iva, ricorda Alleva, si prevede una riduzione dei consumi delle famiglie dello 0,2 per cento.(Tg.com)

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