Gli anarchici al servizio dell’invasione: le case popolari occupate date agli immigrati

Milano

Nessuna invasione può riuscire senza una manciata di utili idioti che, dietro le linee dei difensori, lavorino attivamente alla caduta delle civiltà. Anche in italia abbiamo la nostra quota. Racconta Libero:

Hanno lavorato coi martelli da muratore. Non c’è (sempre) bisogno di buttar giu una porta per occupare una casa. In un giorno di febbraio scorso, per prendersi l’alloggio 2, scala A, nel palazzo di via Torricelli 19, hanno sfondato un muro. La casa accanto era stata già occupata. Dall’interno, così, è bastato buttar giù una parete. Occupazione con «contestuale modifica edilizia». Anche questa modalità d’allargamento diventa simbolica, nel fluido scenario dell’abusivismo nelle case del Comune: dove si sono create, nell’ultimo anno, due nuove enclave di antagonisti e anarchici. Nel palazzo storico che s’affaccia sul Naviglio pavese. E in via Palmanova 59. Dove è avvenuta, in due ondate, un’«occupazione di massa». Presidio e assalti La prima azione risale all’autunno scorso. In un pomeriggio del novembre 2017, nel grande cortile del palazzo popolare all’incrocio con via Bruno Cesana, è in corso un raduno di «area antagonista». Musica, distribuzione di cibo, solidarietà, molte persone. Arrivano gli ispettori di Mm (Metropolitana milanese, che dal 2015 gestisce il patrimonio immobiliare del Comune), che allertano la Polizia locale e la questura. Le forze dell’ordine sono già in zona quando scatta l’«azione» (un intervento di contrasto avrebbe rischiato di creare problemi di ordine pubblico): un paio di gruppi di ragazzi si dividono e salgono al quarto piano della scala D/E. Sono organizzati, preparati, sanno dove andare. Sfondano le porte. Risultato: in pochi minuti, 6 appartamenti occupati. Una «manifestazione» analoga è avvenuta nel fine settimana a metà dello scorso aprile. Molti appartamenti sono stati poi ceduti a famiglie di immigrati. E sono rientrati nella rete delle occupazioni «assistenziali» antagoniste che si sono moltiplicate nella zona Nord, da via Esterle (zona via Padova), a via Germana De Stael (Dergano). Cacciati i controllori Al 19 di via Torricelli ci sono invece alcuni locali occupati da oltre 4o anni; il 20 febbraio scorso l’ufficiale giudiziario ha consegnato un altro (ormai nessuno può dire quanti siano) avviso di sgombero al «Gruppo anarchico Bruzzi Malatesta». Nel palazzo però, nell’ultimo periodo, si sono moltiplicate le occupazioni delle case. L’azione più critica risale al 2 febbraio di un anno fa. Gli ispettori di Mm arrivano per la segnalazione di un’intrusione abusiva. L’appartamento era già stato occupato e liberato in passato. La lastra d’acciaio, agganciata in passato dall’Aler dopo uno sgombero, è stata di nuovo spaccata. In casa c’è un ragazzo. Gli ispettori iniziano a fare accertamenti. Chiamano i1 112. E in quel momento si accorgono di essere «circondati» da una quindicina di anarchici che sbarrano le scale e impediscono l’uscita. Insultano, intimidiscono, hanno in mano bottiglie di vino e di birra.

Questo ci dice due cose: il crimine in questa città non viene minimamente preso in considerazione dall’amministrazione Comunale, troppo impegnata a dare la caccia a chi la pensa diversamente, obbligandoli a firmare dichiarazioni al limite dell’incostituzionale per poter godere dei propri diritti naturali e che ormai la situazione nelle case popolari è sfuggita ad ogni controllo. MM fa la faccia brutta contro chi ha sempre pagato, spremendolo ogni giorno di più, perseguitando gli Italiani in stato di necessità, ma nascondendosi sotto un sasso di fronte alle occupazioni come quella di via Palmanova. In sostanza: se vuoi qualcosa basta essere immigrato ed appoggiato dei violenti. E Majorino rischia pure ti offra il pranzo, dopo le fatiche della nottata.

1 thought on “Gli anarchici al servizio dell’invasione: le case popolari occupate date agli immigrati

  1. Con queste sciocchezze che cercano di dividere gli abitanti delle case popolari in belli e brutti, bianchi e neri, il signor Rampazzo non fa altro che colpirci tutti. Il giornalismo italiano è vergognoso e classista

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