Milano 19 Maggio – L’ingresso è da uno squarcio in una rete dove ci sono decine di panni stesi a prendere aria. Pantaloni, magliette, asciugamani. Dietro, nascosto dagli alberi, c’è un edificio abbandonato che sta in piedi per miracolo. Affianco una baracca costruita con assi di legno. Sono la dimora di un paio di immigrati africani senza documenti. No, non siamo nella più sperduta periferia milanese. Ma in via Scaldasole: a due passi dalla basilica di Sant’Eustorgio e dalla movida delle Colonne. In pieno centro. E, ironia della sorte, a una manciata di metri dall’Immigration Center voluto a tutti i costi dall’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino. La camera da letto è un locale umido, dove c’è un materasso ricoperto da un lenzuolo appoggiato sul pavimento. Un cuscino, delle coperte e due mobiletti usati come comodini. In un’altra sala si fatica a entrare tanta è la sporcizia. Ci sono un paio di sedie attorno a un tavolino pieno di bottiglie, mozziconi e cartacce. Mentre all’esterno, su uno scaffale di ferro, sono sistemate diverse paia di scarpe. Attorno, sedie sgangherate, bici ammassate e cumuli di degrado. Anche se sul retro non mancano sacchi di spazzatura messi uno sopra l’altro in attesa di chissà chi verrà a ritirarli. «Hanno bocciato la mia richiesta d’asilo. Non posso andare nei dormitori, così ho deciso di vivere qui», spiega in un italiano stentato uno degli occupanti. «Li vediamo mentre vendono merce contraffatta per le strade», raccontano i residenti. Che, oltre al degrado di via Scaldasole, puntano il dito anche contro i vicini giardini di via Arena: «Gli spacciatori qui nascondono la droga nei tombini…». Di fronte a una scuola materna e in mezzo a palazzi signorili e locali alla moda. Un contrasto che non può non passare inosservato. All’attacco dell’amministrazione di centrosinistra Silvia Sardone, consigliere comunale e regionale di Forza L’area occupata dagli immigrati in via Scaldasole: «Questa occupazione è piuttosto paradossale. Ci troviamo a pochi metri dall’inutile Centro delle Culture del Mondo creato da Majorino, che evidentemente a parole si occupa dei problemi dell’immigrazione ma poi consente che ci siano occupazioni da parte di immigrati irregolari a pochi metri. I residenti chiedono maggior controllo e uno sgombero». Prosegue l’azzurra: «Come mai il Comune si disinteressa di quest’area? Non è accettabile consentire questi spettacoli da terzo mondo in condizioni igienico sanitarie indegne. Ormai il degrado è un marchio di fabbrica della sinistra dal centro alle periferie»
M.SAN. (Libero)
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845