Milano 25 Maggio – Fabrizio De Pasquale, consigliere di Forza Italia e presidente della Commissione di Controllo sulle Partecipate, persegue come impegno personale la parità di trattamento nel nome della legalità nella gestione case MM. Un desiderio di chiarezza e di trasparenza legittimo, anzi doveroso. Riportiamo l’intervista di Chiara Campo pubblicata da Il Giornale
Ha chiesto lei con un’interrogazione i dati sulla morosità negli spazi «ad uso diverso» gestiti da Mm: si aspettava questo quadro?
«Nessuno forse voleva scoperchiare il problema, nell’elenco degli inquilini che non pagano o lo fanno in ritardo ci sono anche partiti, sindacati e associazioni legate alla sinistra. Chi proclama di voler difendere i più poveri poi è il primo a danneggiarlo».
Non pensa che ci fossero gli stessi problemi in passato?
«Mi fa sorridere che nel 2014 l’ex giunta Pisapia giustificò la sospensione del contratto di gestione ad Aler con la scusa che bisognava migliorare la lotta alla morosità. Oggi abbiamo 45 milioni di affitti non riscossi nelle case popolari e 8 per gli spazi assegnati a commercianti, partiti, associazioni. Una cifra impressionante. Oggi si capisce che c’era la sola volontà di mettere le mani sulla gestione case. E Mm non è una garanzia di migliore gestione del patrimonio pubblico, ho depositato un’interrogazione che la dirà lunga».
Cosa intende?
«Chiedo alla giunta come mai il signor M.B. è stato assunto con chiamata diretta da Mm in qualità di Responsabile per i rapporti con i Comitati degli inquilini, con la qualifica di quadro».
C’è qualche incompatibilità?
«In passato questo signore è stato un occupante abusivo negli alloggi Aler di via Spaventa. Quale esempio può trasmettere agli inquilini questa vicenda, mentre il Comune e il gestore delle case popolari dovrebbero sempre promuovere una cultura della legalità e del rispetto delle regole? Attendo risposta».
Perchè ha messo nel mirino anche l’assegnazione in comodato d’uso di immobili del Demanio?
«Basta fare un salto alla Casa delle donne di via Marsala o alla Casa dei Diritti in via De Amicis, due beni di pregio in centro, per avere la sensazione di essere in una casa del popolo, spazi assegnati gratis agli amici di sinistra per fare propaganda mentre associazioni senza colore politico e tanti circoli anziani non trovano locali. La Scuola Montessori che è proprio nello stabile della Casa delle donne invece ha dovuto sottoporsi a un’asta con il rischio di vedere compromessa l’attività e con una base di 195mila euro, pagherà 5 volte più di prima».
Il contratto di 13 anni fa concedeva il ribasso del 70% per il valore sociale, per la giunta è un’impresa privata e deve pagare un prezzo di mercato.
«Si commenta da sola».
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