Buche e strade a rischio per i rider milanesi.

Milano

Milano 26 Maggio – Riferisce Il Giorno dando notizia dello sciopero di ieri da parte dei fattorini “Dopo il grave incidente al rider di «Just Eat» che ha perso una gamba lo scorso 17 maggio dopo un incidente in motorino, il Consiglio comunale approva all’unanimità un ordine del giorno presentato da Milano progressista, gruppo consiliare di maggiorana, che auspica che «Comune e Regione possano agire di concerto e con pieno spirito collaborativo al fine di ottenere migliori condizioni di lavoro per i rider e, in generale, per tutti i lavoratori impiegati nei settori di forte innovazione la cui normazione non è pienamente contemplata e tutelata dal quadro normativo».

L’ODG viene integrato con un punto sulla sicurezza stradale, su proposta del capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi che «invita l’assessore competente e il sindaco a rendere ancora più effettiva la sicurezza stradale e ciclistica anche attraverso la manutenzione ordinaria e straordinaria stradale». Comazzi, dopo il «sì» all’unanimità al documento, commenta: «Il Comune ha recepito le indicazioni di Regione Lombardia, prima ad attivarsi per offrire maggiori tutele ai lavoratori e garantire la sicurezza delle strade. Nel documento, tra le altre cose, si chiede al sindaco di garantire la manutenzione ordinaria delle strade. Significativo che questa richiesta provenga dai banchi della stessa maggioranza. Del resto Palazzo Marino ha ritardato le procedure di appalto del 2017 e i lavori hanno subito un netto rallentamento. Ci auguriamo che in futuro lo sforzo della Giunta Sala sia maggiore: non possiamo aspettare che si verifichino altre tragedie prima di intervenire».

IL SEGRETARIO generale dell’Ugl Paolo Capone interviene così sul caso rider: «Qui non si parla solo di diritti negati, ma di equiparare legalmente questo tipo di attività a un lavoro subordinato, così come avviene nel resto del mondo. Una lotta volta a garantire diritti e tutele ai rider italiani che ogni giorno si trovano ad affrontare percorsi a ostacoli urbani per consegnare pasti a domicilio, subendo, spesso, gravi incidenti. E inaccettabile che in un Paese civile questa categoria ancora ibrida, tra lavoro dipendente e autonomo, non abbia una precisa inquadratura contrattuale».

Massimiliano Mingoia (Il Giorno)

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