Milano 27 Maggio -Un’eliminazione costante e progressiva dei parcheggi, dove quelli gratuiti sono sistematicamente ricoperti di vernice blu ed estesi sino alle periferie. Un sistema di tassazione formalizzato chiamato autovelox, migliaia di contravvenzioni notificate oltre i termini di legge, cancellazione di tutti i progetti per la creazione di parcheggi sotterranei e via dicendo. La guerra all’auto della giunta è, ormai, una crociata.
Ma anche a Palazzo Marino c’è chi alza la mano e dice “no, grazie”. Uno di questi è Fabrizio De Pasquale, consigliere comunale da una ventina d’anni (Forza Italia): «Non sono un fanatico dell’auto. Certo, quelle belle mi piacciono, ma la mia battaglia è per la libertà di movimento delle persone, per la possibilità di scegliere come spostarsi», dice. Quella possibilità l’amministrazione l’ha cancellata, arrivando perfino a interpretare con molta fantasia alcune norme, danneggiando i cittadini, come nel caso delle sanzioni, illecite, prodotte dagli ausiliari.
Se vuole, può entrare nell’argomento…
II Codice della strada parla chiaro: gli ausiliari possono sanzionare solo le auto parcheggiate irregolarmente nelle strisce blu o quelle scovate senza permesso sulle corsie preferenziali. Qui, invece, il Comune si è inventato una sua procedura, per cui gli ausiliari fanno le multe anche al di fuori di quelle. Mi sto battendo da tempo contro questo modo di agire. Ora, è arrivata anche una sentenza di un giudice di pace che mi dà manforte, stabilendo che sono nulli i verbali redatti dagli ausiliari dove non hanno competenza. Palazzo Marino sarà costretto a fare marcia indietro, come successo con le multe che ha inviato per anni agli automobilisti anche dopo i termini di legge: una prassi illecita che è valsa tanti soldi, prima dell’arrivo della sentenza negativa da parte della Cassazione. Una pratica completamente abusiva, esclusiva di Milano…
Ausiliari con i superpoteri, una fabbrica per le multe automatizzate, parcheggi in costante eliminazione: come fanno?
Usando tanti escamotage. Quella sui parcheggi, poi, è una delle operazioni più gravi portate avanti dall’amministrazione. I posti auto a Milano vengono eliminati per fare le piste ciclabili, per realizzare le zone 30, per mettere le postazioni dei bike sharing, per allargare i marciapiedi e per altre operazioni simili, dimenticando che già prima di questa giunta c’erano più auto che parcheggi. L’eliminazione, fra l’altro, è andata di pari passo con la cancellazione dei parking sotterranei: dei 110 previsti ne sono sopravvissuti tre, di cui uno, quello in via Borgogna, è in forte dubbio. Il punto è che si parte da un’idea sbagliata.
E quale sarebbe?
L’idea sbagliata è che mettendo ostacoli all’uso dell’auto, tutto si aggiusti per conseguenza, tutti vadano sui mezzi pubblici o in bicicletta e che le merci si spostino da sole. Inoltre, qui si crede che i parcheggi attraggano traffico. In realtà, se non si fanno quelli sotterranei e si cancellano i pochi rimasti in superficie, non si genera matematicamente il caos? Guardi, ci sono intere categorie che arrivano qui per business e che non rinunceranno mai all’automobile. Se Milano deve essere attrattiva, non possiamo bloccare l’ingresso alla città. Anzi: bisogna dare a tutti la possibilità di muoversi e di parcheggiare da qualche parte. Fermare le automobili significa anche fermare l’economia locale. C’è un errore di comprensione della città e del suo sviluppo: gli amministratori pensano che sia piena di gente che passa da un aperitivo a un altro, invece Milano ha una grandissima esigenza di mobilità, soprattutto per il lavoro. A me le auto, come detto, piacciono, ma non disdegno il mezzo pubblico o l’utilizzo della bicicletta. Certo, sui percorsi lunghi o nei mesi più freddi è impossibile usarla, e se ho quattro appuntamenti e l’ultimo è di sera, opto per la macchina, sennò con i mezzi pubblici arrivo a casa al mattino.
Intanto, spariscono i posti auto gratuiti e le strisce blu compaiono ovunque. Che ne pensa?
Nel nome di un ideale, che è quello di una città senz’auto, l’amministrazione ha compiuto nei confronti dei milanesi abusi e forzature. È il caso anche dell’ingiustificabile aumento delle tariffe per posteggiare nelle strisce blu: Palazzo Marino ha fatto leva sullo stratagemma di dichiarare tutta la città di «rilevanza urbanistica» e le ha dipinte anche nelle periferie dimenticate. In città, invece, per tre ore di sosta a bordo marciapiede preleva 12,50 euro dalle tasche della gente. Fare cassa con gli automobilisti milanesi è una costante, ma è sempre meno sopportabile. Succede anche con gli autovelox.
Gli uffici sostengono che servono per la nostra sicurezza. Le risulta?
Se si va a guardare il numero degli incidenti, si vede che Milano è in media con tutte le città che non hanno telecamere. Vengono spacciate come misure di sicurezza provvedimenti adottati per fare intascare soldi all’amministrazione. Oggi ci sarebbe molto bisogno di occuparsi della sicurezza stradale in città, ma concentrandosi su altri aspetti. Mi pare di vedere soggetti a dir poco disinvolti fare manovre assurde e passarla sempre liscia. Sappiamo dei tanti che circolerebbero senza polizza assicurativa, e poi ci sono i furgoni stabilmente in doppia fila, i ciclisti-fattorini che portano cibo a domicilio zigzagando nel traffico in maniera folle… Occuparsi della sicurezza stradale significa anche affrontare questi nuovi fenomeni, contro cui il Comune non fa niente.
Che cosa fa bene, allora, soltanto le piste ciclabili?
Quelle che esistono sono sottoutilizzate. Negli ultimi anni l’amministrazione ha speso 40 milioni per piste del tutto inutili, fatte perché sono facili da realizzare e possono essere date in pasto agli ambientalisti come una grande conquista. Si tratta dell’unica opera pubblica realizzata senza nemmeno fare un calcolo di quante persone la utilizzano. Ciononostante, si continua a realizzarne di nuove, come avvenuto in zona Solari.
Lì adesso vige anche il limite di 30 km orari: è migliorata la viabilità o la vita dei residenti?
In via Solari hanno attuato un provvedimento a dir poco cervellotico. Fra le vie Tor tona e Savona hanno tolto 300 parcheggi facendo impazzire tutti per ricavare piste ciclabili che non usa nessuno, fatte con materiale scadente e confinanti con la strada senza separazione. L’idiozia aggiuntiva è stata realizzare una zona 30 laddove c’erano già i cantieri per l’M4, sommando disagi al disagio. Altro che viabilità migliorata.
Intanto, si moltiplicano i divieti alla circolazione…
Si tratta di provvedimenti varati senza una reale programmazione e che non concedono alternative. Prima con le auto Euro 3, poi con le alimentazioni a Gpl, fra un po’ toccherà alle ibride. Vengono posti dei divieti e, in alternativa, ingressi a pagamento, senza dare ai proprietari il tempo per organizzarsi: dall’oggi al domani il Comune stabilisce che sei fuorilegge. Adesso c’è una crociata anti-diesel che non ha senso: quelli di nuova generazione sono puliti. II tema di fondo, legato a questi divieti, è il mancato rispetto per i cittadini. Sono tutte misure classiste, che impediscono a chi non ha potere d’acquisto di godere del proprio diritto alla mobilità.
Negli ultimi mesi c’è stata anche l’emergenza buche. Com’è potuto succedere?
II Comune ha fatto errori pazzeschi, per cui adesso sta correndo ai ripari annunciando investimenti. La realtà è che negli ultimi due anni la manutenzione stradale è mancata completamente e la giunta si è fatta cogliere impreparata davanti al nuovo Codice degli appalti. C’è stata una sottovalutazione del problema, perché l’ultima cosa a cui si pensa a Milano sono gli automobilisti. In una città in cui si pagano 1 miliardo e 400 milioni di tasse e si versano 300 milioni di euro in multe, i milanesi avrebbero diritto ad avere almeno un po’ di manutenzione stradale ben fatta. O no? ?
Michela Giachetta (Quattroruote)
Consigliere dal 1997, De Pasquale ha ricoperto l’incarico di presidente dille commissioni Lavori pubbild, Parchi e giardini e Ambiente. Durante l’ultimo mandato, ha svolto anche le funzioni di capogruppo di Forza Italia
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