Generali Real Estate S.p.A. – Società di Gestione del Risparmio (GRE SGR), gestore dell’immobile di Piazza Cordusio 2 per conto di Generali Italia, e la proprietà della Ditta Guenzati, la
bottega commerciale più antica di Milano con i suoi 250 anni di storia, comunicano di aver raggiunto un accordo che consentirà la prosecuzione dell’attività in una nuova sede.
A partire dal prossimo 1° ottobre, infatti, la Ditta Guenzati si trasferirà da via Mercanti 21 a via Agnello 8, in uno stabile di proprietà di Generali Italia, sito nelle immediate vicinanze di piazza del Duomo e a poca distanza dai locali attuali. Benedetto Giustiniani, Head of Fund Management di GRE SGR, ha commentato: “Siamo particolarmente lieti che questa trattativa si sia conclusa con piena soddisfazione di tutte le parti, e auguriamo alla Ditta Guenzati ogni successo e prosperità nella nuova sede di via Agnello.” Luigi Ragno, titolare della Ditta Guenzati, ha aggiunto: “In Via Mercanti abbiamo lasciato una parte di noi, ma diamo atto a Generali di essere venuta incontro ai nostri bisogni, proponendoci un’alternativa immobiliare che confidiamo possa garantire un futuro alla nostra attività. Non possiamo che ringraziare le quasi 50.000 persone che si sono mobilitate in nostro sostegno, così come Confesercenti per averci accompagnato nelle fasi più delicate della trattativa.” Costruito alla fine dell’Ottocento su progetto di Luca Beltrami e Luigi Tenenti, il palazzo di Piazza Cordusio 2, affacciato su via Mercanti e su via Orefici, rappresenta da oltre un secolo il quartier generale del Gruppo Generali a Milano. Ubicato in un’area che vive attualmente una fase di profonda trasformazione urbanistica, l’immobile sarà oggetto, nei prossimi mesi, di un intervento di riqualificazione. Il progetto rende necessaria la liberazione non solo degli spazi attualmente occupati dagli uffici del Gruppo Generali, in vista del trasferimento nella nuova Torre Generali a CityLife, ma anche di quelli destinati alle attività commerciali, tra le quali la Ditta Guenzati. I locali saranno ristrutturati nei prossimi mesi, in attesa che Ditta Guenzati possa trasferirvi la propria attività.
“Un risultato concreto e non scontato, che Confesercenti ha contribuito a realizzare sollecitando l’opinione pubblica e tutte le istituzioni competenti, partendo dal Comune”, commenta Andrea Painini, Presidente di Confesercenti Milano e Vice-Presidente della Confesercenti regionale. “Un risultato per cui – in ultima istanza – occorre riconoscere a Generali di aver fatto più di quanto imposto dalla normativa vigente, che purtroppo non prevede alcuna tutela efficace per i negozi storici, anche se celebri come Ditta Guenzati”.
Anche Palazzo Marino, attraverso gli Assessori Cristina Tajani (Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio) e Pierfrancesco Maran (Urbanistica), esprime la propria soddisfazione per la soluzione raggiunta: “I Negozi Storici sono un bene collettivo che il Comune di Milano è da sempre impegnato a tutelare e salvaguardare” cosi gli Assessori Tajani e Maran che concludono. “Abbiamo seguito con attenzione la vicenda della Ditta Guenzati sin dal suo inizio ed essendo ripetutamente intervenuti per favorirne un positivo epilogo della vicenda – trattandosi di una trattativa tra privati – non possiamo che dirci soddisfatti dell’accordo raggiunto. Accordo che consente al più antico negozio di Milano di proseguire la sua attività tra tradizione, innovazione e sguardo al futuro”.
“La Ditta Guenzati si è salvata. Ma accanto a una buona notizia, sono tante le imprese commerciali storiche che rischiano di chiudere i battenti per sempre. Serve una nuova legge che tuteli le botteghe storiche”. A parlare, dopo la firma dell’accordo con Assicurazioni Generali, è Luigi Ragno, titolare della Ditta Guenzati (insegna storica milanese) e Presidente della neonata associazione Botteghe Storiche di Lombardia, in seno alla Confesercenti regionale. “In Via Mercanti abbiamo lasciato una parte di noi, ma la Storia della DittaGuenzati non si fermerà a 250 anni: l’accordo che abbiamo raggiunto con Generali ci consentirà di trasferire la nostra attività nella vicina Via Agnello, a condizioni contrattuali che confidiamo possano garantirne la sostenibilità economica. E’ in ogni caso evidente che la normativa vigente non prevede efficaci tutele per i negozi storici e va, dunque, cambiata”.
Un lieto fine – o, meglio – una felice continuazione, che tuttavia non può pienamente tranquillizzare i titolari dei troppi negozi, locali e botteghe storiche che, anche nella nostra regione, rischiano di chiudere i battenti, stretti tra la crisi dei consumi che affligge la generalità degli esercizi di vicinato, l’imperversare di nuove polarità commerciali extra-urbane e il costante rischio che – anche nelle zone economicamente più floride – il locatore voglia disporre diversamente del proprio immobile, come accaduto alla Ditta Guenzati.
Per Gianni Rebecchi, Presidente di Confesercenti Lombardia, “Le Botteghe Storiche sono un bene collettivo e come tale debbono essere tutelate, anche nella nostra regione. Se vogliamo preservare l’identità del nostro territorio ed evitare l’ubiquo riproporsi delle stesse insegne non sono più sufficienti riconoscimenti onorifici: i negozi tradizionali hanno bisogno di agevolazioni fiscali, sostegno agli investimenti, iniziative di valorizzazione, nonché – diciamolo chiaramente – di veri e propri vincoli urbanistici, superando quanto è frammentariamente previsto dalla normativa vigente. Siamo convinti che serva un nuovo intervento legislativo ad hoc, per il quale ci siamo già rivolti all’Assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Alessandro Mattinzoli”.
Confesercenti, che ha sostenuto attivamente la Ditta Guenzati nella risoluzione della problematica con Generali, attivandosi anche per coinvolgere gli enti locali e l’opinione pubblica, invoca dunque l’adozione di una nuova legge a tutela dei negozi storici. La nuova norma, oltre a formalizzare la rinnovata attenzione della Regione per queste storiche attività, avrebbe l’opportunità di sostenere in modo più incisivo tali realtà, stabilendo, tra le altre cose: un generalizzato abbattimento dell’IRAP, con azzeramento perpetuo per le insegne storiche e di tradizione; misure volte a sostenere le possibilità urbanistiche offerte dalla nuova normativa nazionale per la tutela delle aree di pregio rispetto alle attività commerciali non compatibili; la prescrizione di stanziamenti periodici per valorizzare gli investimenti dei singoli negozi storici, nonché dei progetti locali a loro vantaggio, in modo più sistematico rispetto al passato.
Una nuova normativa regionale che potrebbe trovare forza in una rete associazionistica strutturata e propositiva. “Anche i titolari dei negozi storici devono fare la loro parte: non dobbiamo chiuderci in noi stessi, ma fare squadra”, conclude Luigi Ragno. “La DittaGuenzati si è salvata soprattutto grazie all’affetto della gente, alla solidarietà dei colleghi e al concreto lavoro che abbiamo sviluppato in seno alla Confesercenti, creando un’Associazione che non mira soltanto a incalzare le pubbliche amministrazioni, ma punta a rilanciare progetti comuni che possano valorizzare e tutelare tutte le Botteghe Storiche di Lombardia”.
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Bellissima notizia! Ma con l’amaro in bocca. E per due motivi ben chiariti da Luigi Ragno; prima di tutto perché un pezzo di cuore (e di storia) del Guenzati è rimasto al Cordusio. Dopo 250 non si è potuto evitare lo spostamento: un vero peccato! Ma le normative (ed è anche comprensibile) non hanno consentito di fare meglio. Anzi… dopo tutto le Generali hanno tenuto un comportamento complessivamente positivo. Chissà forse anche a seguito del pressing pubblico… Il secondo motivo è da ricondurre alle altre botteghe: Guenzati era ed è un simbolo. Ma quante altre botteghe rischiano di chiudere? Bisogna che NON avvenga. E non per salvaguardare il loro business, ma per far sì che Milano conservi le sue caratteristiche. ..Le sue tradizioni. Che gusto c’è nel visitare una città omologata a tante altre? Dal momento che Milano ha avuto (sembra) più turisti di Roma, occorre salvaguardare il patrimonio che.la caratterizza. E tra questo vi sono anche le antiche botteghe.
Ci speravo tanto anche se il pessimismo della ragione frenava. Oggi finalmente abbiamo avuto la buona notizia. Allora appuntamento per l’inaugurazione agli inizi di ottobre. Sicuramente ci faremo una seconda puntata del nostro filmato! Ciao a tutti Tullio Quaianni (Associazione “Milano da scoprire”)
Ciao Vittorio Ragno, finalmente si è risolto il dramma del negozio più antico di Milano, con ben 250 anni di storia.
Caro Vittorio sono felice che ci vedremo ancora nel tuo negozio, magari con delle soluzioni nuove, so che hai passato la tua vita all’interno delle mura di quel negozio, che faceva parte di te e della tua vita, però quest’ultima cambia e anche noi, assieme a lei, dobbiamo adeguarci, ora guardiamo alla realtà, al presente, senza però dimenticare il bel passato che abbiamo condiviso.
Concludo questo scritto porgendoti i miei migliori auguri e mandandoti un forte abbraccio.
Il tuo vecchio amico Dante Antonio
Quando si paga l’affitto per 250 anni garantendo rendimenti ai soci Generali perlomeno si doveva e poteva parlare di comproprietà, e qualcuno lo sa bene. Inoltre c’è sempre una quota capitale nel pagamento di un prestito,tale è l’affito altrimenti si tratta di vessazione economica. Quando si dice unrapporto fra privati ci si dimentica che la Confcommercio attraverso le sue piattaforme economiche,Fondazione Enasarco e Fon.te (fondo pensione di categoria) avrebbe potuto e dovuto scateneare una guerra con i vertici delle Generali che vedono beffardamente gestire la scoietà immobiliari con i rispsrmi provenienti dalle polizza vita e linee di TFR dei lavoratori. E’ STATO CONSUMATO UN SOPRUSO, e non mi si venga a dire che il Comune ha fatto la sua parte,ricordo l’impegno del sindaco nel progetto”Benvenuto il luogo” edito dalla Confcommercio. Comunque ,se va bene cosi ,abbozziamo e ricordiamoci per il futuro ,esistono strumenti di concertazione molto forti nelle mani del Commercianti e imprenditori. Francesco Belluscio Libas.