Milano 13 Giugno – Le comunali ormai alle spalle, l’affair Aquarius ha immediatamente distratto giornali e opinione pubblica. Ma quanto successo domenica nelle urne merita una riflessione. A tal proposito riportiamo il commento di Massimo Rebotti per il Corriere.
“Pur parziale, il voto di domenica scorsa alcune indicazioni le ha date. La prima è che il centrodestra sta riconquistando, una a una, molte delle posizioni che aveva perso. Dalla tornata 2011-2013 — in cui il centrosinistra vinse praticamente tutte le sfide — è passato, politicamente, un secolo. Si afferma però una coalizione molto diversa dalle origini: comanda la Lega, mentre Forza Italia è in difficoltà, spesso «mimetizzata» nelle liste civiche. Resta però necessaria per vincere nei Comuni. E un’alleanza strana: insieme nei territori ma divisi, e nervosi, a Roma. Per ora va così e nessuno è in grado di modificare il tragitto: Matteo Salvini è sempre più egemone ma adesso non può fare a meno degli azzurri; gli azzurri faticano ma non possono scendere dal carro, assai lanciato, di Salvini. Tanto più, seconda acquisizione della giornata di domenica, che il partner della Lega a Roma, il Movimento Cinque Stelle, sul territorio ha un grande problema: non cresce e non si radica. In alcuni casi la differenza tra chi ha scelto il Movimento alle Politiche del 4 marzo e quelli, molti di meno, che lo hanno fatto alle Amministrative è clamorosa. I 5 Stelle potranno forse influenzare un paio di ballottaggi, ma in Lombardia resta nei fatti un bipolarismo «centrodestra contro centrosinistra» e un terzo attore competitivo, per il momento, non c’è. E qui veniamo all’ultimo responso che hanno dato le urne di domenica: il Pd perde, ma esiste. Non era scontato, vista la botta micidiale del 4 marzo. Brescia però — dove i democratici si sono affermati in modo netto e anche sorprendente (35 per cento alla lista, 54 per cento al candidato sindaco Emilio Del Bono, riconfermato) — rimane un caso isolato. Del Bono ha condotto una campagna molto legata ai temi della città, evitando «politicizzazioni» nazionali (e riducendo al massimo le visite dei «big» del partito). Per avere, quindi, la dimensione esatta dello stato di salute del centrosinistra bisognerà aspettare il 24 giugno e in particolare Cinisello Balsamo. Se al centrodestra riuscirà — dopo aver preso Sesto San Giovanni l’anno scorso e Bresso domenica — anche la conquista di Cinisello, tutta la cintura ex «rossa» a nord di Milano sarà passata di mano e l’«accerchiamento» della città guidata da Beppe Sala sarà completato. Se, viceversa, il Pd riuscirà a tenere il Comune, potrà dire di avere rintuzzato un’onda che soffia ancora forte, quella delle periferie che non votano più a sinistra. “
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