Sì, siamo diversi dai francesi. Per fortuna.

Attualità

Milano 16 Giugno – Si sono stretti la mano. Hanno sorriso come si conviene in un incontro che era stato preceduto da uno scontro al calor bianco. L’ipocrisia era nell’aria nonostante la dichiarazione di una collaborazione futura. La sintesi del faccia a faccia tra Macron e Conte. E se Salvini ha preso una decisione drastica per dire basta ad un’Europa sorda e muta, l’ha fatto alla luce del sole, assicurando assistenza qualora fosse emerso un bisogno. Il mondo ha giudicato, ma fanno fede del buon cuore italiano il trattamento e le cure che sempre hanno avuto i migranti approdati sulle nostre coste. L’insulto agli  italiani quindi ha una valenza che diventa paradigma negativo di un popolo, del suo sentire, davvero inaccettabile. Giustamente Salvini dichiara con forza “Io lezioni dal governo francese non ne prendo” E neppure gli italiani. Non esiste un dossier italiano che parli di maltrattamenti, di insensibilità, di violenze sui migranti. Ma esiste il rapporto Oxfam, che riferisce di bambini migranti non accompagnati, non più grandi di 12 anni, vittime di maltrattamenti da parte di guardie di frontiera francesi, detenuti senza cibo né acqua e rispediti dalla Francia attraverso il confine italiano con metodi illegali. Oxfam descrive presunti casi specifici, come di guardie di frontiera che tagliano le suole delle scarpe dei bambini o tolgono loro le sim dei telefonini. O di una giovanissima ragazza eritrea costretta e ritornare alla frontiera di Ventimiglia lungo una strada senza marciapiede con in braccio il suo neonato di 40 giorni. Ne scrive l’Huffington Post e Il Giornale specifica “In molti vengono costretti a tornare fino a Ventimiglia a piedi, lungo una strada priva di marciapiede, con qualunque condizione atmosferica. Qualche esempio? Una giovanissima donna eritrea è stata costretta a farlo sotto il sole cocente, portando in braccio il suo bambino nato da soli 40 giorni. Tra le testimonianze raccolte ci sono quelle di T., 15 anni, che denuncia: “Ho provato stamattina a passare. Eravamo in due, ci hanno fatto scendere dal treno strattonandoci e urlando, poi ci hanno spinti in un furgone nel parcheggio della stazione. Ci hanno dato un foglio (refus d’entrèe, NdA) dentro al furgone e ci hanno rimessi su un treno che tornava in Italia, senza spiegarci nulla”.

Comportamenti che diventano paradigma di un comune sentire del popolo francese? Forse no, ma gesti singoli di estrema insensibilità che Macron dovrebbe conoscere prima di pontificare.

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