Matteo Salvini è pericoloso in quanto grande attivatore di consenso, in questo lui è diabolico. È molto scaltro da questo punto di vista e il Pd si deve fare sentire di più”. E’ un Beppe Sala a 360 gradi quello andato in scena alla festa di Radio Popolare a Milano. Che oltre alle questioni cittadine ha affrontato anche i temi della politica nazionale come ad esempio la linea politica del neo ministro dell’Interno sull’immigrazione. A proposito di immigrazione sul pranzo multietnico previsto il prossimo 23 giugno al parco Sempione, con oltre 5mila persone, e promosso dal Comune per ribadire la volontà della città ad accogliere e integrare, Sala ha detto di non essere alla ricerca ndi consenso “perché non mi devo costruire una carriera politica. Voglio fare quello che ho promesso ai milanesi e quello che mi sembra giusto con la mia giunta”. In questo momento storico, secondo Sala “chi ha dei sentimenti di accoglienza e volontà di fare la propria parte, lo deve testimoniare ancora di più – ha detto. Poi un monito al Pd: “Sull’immigrazione la sinistra deve trovare una proposta in tempi rapidi altrimenti alle prossime europee sarà un altro bagno”.
Così l’ineffabile Sindaco a Repubblica. Io sono, sinceramente, basito. Si può davvero essere così ciechi? Evidentemente sì, ma lo stupore continua ad aleggiare. Alcune considerazioni di base: la gente, l’Aquarius, qui non la voleva. Non è più questione di destro o sinistra. Le percentuali sul consenso a Matteo Salvini in tema viaggiano oltre il 60%. Cioè, giocoforza, includono anche chi il suo partito, la sua coalizione e tutto il mondo attorno a lui, non ha mai pensato di votarli. È stata una rivolta della massa, del popolo direbbero i compagni di Sala, contro un’idea. E contro, soprattutto due cose: un metodo ed una ideologia. L’ideologia è quella del pranzo di Majorino: 5000 persone che pasteggiano con e sugli immigrati. Una scena plastica dell’assurdità di questi tempi. Il metodo, invece, è il semplice buonsenso: non interessa a nessuno se l’Aquarius fosse là perché ce l’avevamo mandata noi. E meno ancora interessa che stesse navigando verso di noi perché da Roma questo avevamo ordinato. No, l’importante è che quella nave, qui, non entrasse mai. Anche se nelle ore successive ne sono sbarcati più di mille. È irrilevante. C’era finalmente un capro espiatorio. In malora tutto il resto. Anche il buonsenso. Ecco, il buonsenso è il capro espiatorio di questi mesi.
E se sta venendo sacrificato la colpa è, anche, di Sala e compagni. Che, una posizione sull’immigrazione, una posizione numericamente di successo (il crollo degli sbarchi si deve a quella) ce l’avevano: la posizione Minniti, ovvero paghiamo i Libici per tenerseli. Che poi non è la posizione Minniti, a ben vedere, ma quella Berlusconi, che tanto bene ha funzionato negli anni scorsi. Solo che Sala non può citarla, il PD non può usarla e Conte può spacciare che sua idea geniale quella dell’apertura degli Hotspot (centri di accoglienza in cui chiedere asilo) a guida UE in Libia. Che poi, come idea, è pure farlocca, visto che si tratterebbe di organizzare una presenza militare fissa in territorio straniero per un organismo che manco ha un esercito, ma sorvoliamo. Sala deve, a questo punto, decidersi: può essere petaloso come Majo e Saviano, oppure pragmatico come Minniti. Nel secondo caso, però, è nel partito e nella coalizione sbagliata. Nel primo è dalla parte errata della storia.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,