Condannato per turbata libertà nella scelta del contraente, assolto dall’accusa di induzione indebita “perchè il fatto non sussiste”. Si è chiuso così il processo milanese che vedeva l’ex governatore lombardo, Roberto Maroni, imputato per le presunte pressioni esercitate a favore di due sue ex collaboratrici al Viminale. I giudici della Quarta Sezione Penale del Tribunale di Milano hanno condannato Maroni a 1 anno per il contratto “su misura” ottenuto da Mara Carluccio in Eupolis, società regionale lombarda attiva nel settore della formazione professionale. Assoluzione, invece, per l’altro capo di imputazione, quello relativo alle presunte pressioni effettuate sui vertici Expo per ottenere il pagamento delle spese di un viaggio istituzionale a Tokio per Maria Grazia Paturzo, altra sua ex collaboratrice al ministero dell’Interno a lui legata, secondo l’accusa, da “una relazione affettiva”. Il pm Eugenio Fusco aveva chiesto di condannare il governatore a 2 anni e 6 mesi di carcere per tutti i due capi di imputazione.
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