Estate: per molte persone vuol dire felicità. Purtroppo per molti animali da compagnia significa solo solitudine e sofferenza.
Tante parole si sono spese in questi anni sugli abbandoni estivi: tanti slogan, tante interviste. Eppure intorno a questo fenomeno resistono ancora moltissimi pregiudizi, soprattutto per quello che riguarda l’abbandono dei gatti.
“Ad essere abbandonati sono i cani, non i gatti”.
FALSO: purtroppo, secondo i dati della Lav, ogni anno sono circa 80.000 i gatti abbandonati e 50.000 i cani.
“Ma alla fine i gatti se la cavano meglio dai…”
FALSO: l’indipendenza e la fierezza caratteriale del gatto non ne fanno un animale insensibile o non attaccato all’uomo. Un gatto comprenderà e soffrirà l’abbandono nello stesso modo di un cane o di un altro animale da compagnia. Inoltre, i gatti abituati a stare in appartamento non sono mentalmente abituati e pronti a “cavarsela da soli”. Un gatto abbandonato è quasi sempre vittima di incidenti stradali e se riesce ad essere messo in salvo al gattile raramente riesce ad adattarsi alla nuova vita.
“L’abbandono è un problema estivo”.
FALSO: basta girarci intorno, molto spesso le ferie estive sono solo un pretesto, una scusa banale per liberarsi di qualcuno che non si vuole più. E poi si sa, il cucciolino regalato a Natale per Ferragosto è già diventato grande e non è più una novità. Per questo motivo i dati di abbandono si impennano durante il periodo estivo. Però il problema dell’abbandono è qualcosa che va oltre il periodo estivo e vacanziero. Ha a che fare, a parer mio, con l’empatia. Se non ho mai stabilità una relazione affettiva con il mio amico a quattrozampe non avrò problemi a lasciarlo per strada. La scusa è la vacanza, ma il motivo è l’ignoranza.
Basta pregiudizi, basta abbandoni. Proviamo tutti insieme a cambiare lo stato delle cose: se ti va, condividi questo post.

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