Lettera aperta di Santoro e Vauro alle più alte cariche dello Stato: “C’è un giudice per Salvini?”

Attualità

Milano 22 Giugno – Chi protegge la ormai minoranza italiana che ha il solo diritto di stare ad osservare, cercare di essere obbediente alle leggi, non protestare contro le ingiustizie? Una minoranza che ha subito gli schiaffi di governi inconcludenti, di leggi ingiuste, di promesse roboanti disattese. Gli italiani senza diritti, con tanti obblighi, misconosciuti, spesso considerati come una zavorra da una sinistra che è buona, ma tanto buona da commuoversi anche alla sola ipotesi di uno sgarbo ad altre etnie. Gli italiani emarginati, purtroppo, non hanno mai denunciato la malafede e la perseverante violazione dei loro diritti ad una qualsivoglia autorità competente. Subire tacendo, si potrebbe dire. E mai nessuno si è fatto paladino di un diritto per rivendicare ad esempio che la Costituzione sancisce il lavoro come priorità fondante, anche quando leggi incongruenti venivano varate, a prescindere. Ma i Rom improvvisamente hanno risvegliato la coscienza della sinistra e due esponenti eccellenti, Santoro e Vauro, hanno denunciato Salvini per discriminazione e istigazione all’odio razziale. La loro è una denuncia urbi et orbi, molto argomentata attribuendo a Salvini intenzioni tutte da verificare, ponendo il problema con enfasi, quasi una dichiarazione di guerra. Come sempre i due personaggi si ritengono al di sopra di ogni sospetto di faziosità e puntano praticamente alla rimozione di Salvini. Per correttezza di narrazione, di seguito la lettera aperta pubblicata dall’Huffington Post. Al lettore il giudizio

Al Presidente della Repubblica

al Consiglio Superiore della Magistratura

al Presidente della Camera

al Presidente del Senato

al Presidente del Consiglio dei Ministri

al Presidente della Corte Costituzionale

al Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Roma

all’Euro Parlamento

Bruxelles-Strasburgo-Lussemburgo

al Presidente della Corte di Giustizia dell’Unione Europea Lussemburgo

al Presidente della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo

– via posta elettronica certificata – loro sedi

Alle Eccellenze Vostre si espone quanto segue.

Il ministro dell’Interno di un Paese democratico è il garante dell’ordine pubblico e della sicurezza di tutti i cittadini. La nostra Costituzione, la Costituzione su cui Salvini ha giurato, all’articolo 54, impegna tutti i cittadini alla fedeltà alla Repubblica. Dunque non è oggettivamente accettabile che egli possa pronunciare frasi che assumono il tono di una minaccia anche nei confronti di un singolo individuo. Affermare che caccerà dal nostro Paese tutti i componenti di una etnia, segnatamente quella Rom, ma che “purtroppo quelli di cittadinanza italiana dobbiamo tenerceli” espone una intera minoranza a rischi assai gravi e viola contemporaneamente interi capitoli della nostra Costituzione, la Legge che punisce chi incita all’odio razziale e la Carta dei diritti che è uno dei pilastri fondanti dell’Unione Europea.

A seguito di queste dichiarazioni si sono già verificati i primi gesti di grave intolleranza, che sarebbero stati compiuti inneggiando al nome del ministro.

Il comportamento di Salvini è contrario alla legge ma nessun giudice ha ritenuto di dover procedere d’ufficio nei suoi confronti. Evidentemente è intervenuta una sorta di assuefazione ai gesti che trasformano l’attività di governo in una dittatura della maggioranza, sovvertendo il principio che ogni maggioranza deve comunque sottostare alla Costituzione e non viceversa.

All’articolo 2, infatti, la Costituzione garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali in cui si svolge la sua personalità; all’articolo 16 il diritto di ogni cittadino a circolare e soggiornare liberamente in tutto il territorio nazionale. Qualsiasi forma di discriminazione, fondata sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica e sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione, è vietata.

Né può essere fonte di discriminazione l’appartenenza ad una minoranza nazionale, quali sono i cittadini italiani di etnia rom e di lingua romanì, che si intende schedare con appositi censimenti e la creazione di liste di proscrizione.

Il ministro dell’Interno, a cui sono affidate funzioni pubbliche di primaria importanza, alle quali dovrebbe adempiere con disciplina e onore, deve tutelare la sicurezza di tutti gli italiani. Con le sue dichiarazioni, Matteo Salvini è venuto meno al suo ruolo, ha tradito il suo giuramento e ha violato la Costituzione, la legge delle leggi, nelle sue parti fondamentali. Ci auguriamo che questa denuncia possa servire a qualcosa e che le istituzioni democratiche facciano sentire la loro voce. Ma se ciò non dovesse avvenire, non rinunceremo a batterci in tutte le sedi e con tutte le nostre forze.

Con osservanza,

Roma, 21 giugno 2018

Michele Santoro

Vauro Senesi

Felice D’Alfonso Del Sordo (Avvocato)

4 thoughts on “Lettera aperta di Santoro e Vauro alle più alte cariche dello Stato: “C’è un giudice per Salvini?”

  1. L’Italia deve diventare per questi due figuri il “puttanaio” del mondo!! Chi cerca di mettere un po’ di ordine per loro non va bene. RIDICOLI E PIENI DI ODIO CONTRO CHI NON LA PENSA COME LORO, COME IN EFFETTI SONO SEMPRE STATI!!!!!!

  2. Per contro questi due “attrezzi” ce li dobbiamo tenere a vita a quanto pare! E questa mi sembra già una grande iettatura!
    Sono veramente desolata e amareggiata. Cerco di tenermi informata sulle scemenze che questi loschi figuri continuano imperterriti e propinarci perché ritengo sia doveroso cercare di capire fin dove possa arrivare questa sinistra, collusa con stampa e TV.
    Sono sempre più convinta infatti che sia arrivato il momento per i cittadini che cercano di ragionare con il proprio cervello e che si ostinano a non adeguarsi al pensiero buonista comune che i vari odiatori/ mariuoli / radical chic / delinquenti continuano a propinarci, di scendere in massa nelle piazze per dissentire con voce forte chiara dalle loro scemenze.
    Intanto la rabbia sale, sale, sale………almeno la mia!

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