Alle 17 suona l’immaginaria sirena della fine del turno e gli operai, diligenti, se ne vanno. Per il secondo giorno. E per il secondo giorno dal terzo piano delle case popolari che vanno dal terzo all’ottavo piano dei civici dal 17 al 31 circa (alcuni degli ultimi numeri del complesso hanno un’autoclave diversa), restano senz’acqua. Manca pressione. A quel punto è dovuta intervenire, molto professionalmente, va detto, la Polizia Locale. Perché il rischio che la tensione salisse troppo era vero e reale. Per fortuna, attorno alle 20,15 la situazione è migliorata: non è molta l’acqua, ma almeno gli inquilini possono tornare ad andare in bagno. Sono passate poco più di 30 ore dall’inizio della crisi, dovuta, peraltro, ad una riparazione che non deve aver funzionato benissimo, riferiscono i condomini. Io non ne ho idea, le uniche cose che so è che ero là a vedere gente che è due anni che annuncia il disastro assistere al compimento del medesimo.
Un passo indietro: questo inverno era già successo qualcosa di simile. L’autoclave non ce la fa più. Sta tirando gli ultimi. Un cittadino tenace, coraggioso e che non conosce la resa, Giuseppe Bonifacino, residente in quei palazzoni da 30 anni scrive a chiunque dalla Presidente del Municipio 3 (che, va detto, segue la cosa con molto impegno) a Sala ricordando che il problema non è proprio nuovissimo. Era dalla primavera prima che le segnalazioni fioccavano. Tant’è che persino l’architetto di MM aveva concordato che andasse riparata l’autoclave. Forse, però, a posteriori sostituirla sarebbe stato meglio. Ma non si può. Perché? Mancano soldi.
Cerchiamo di essere chiari: MM ha un problema di liquidità. Non di conti, che sono in attivo. Ma di certo quell’attivo non racconta tutto. Non racconta, ad esempio, lo stato di caldaie ed autoclavi nelle diecimila abitazioni gestite a nome e per conto del Comune. Caldaie vecchie che funzionano a tratti. Che non hanno causato più problemi solo perché gli ultimi quattro inverni non sono stati polari. Ma che sentono tutti gli anni che hanno sulle valvole. Che, in molti casi non sono pochi. Puoi tentare di ripararle. Ma poi finisce come ieri sera: gente in strada e zero acqua in casa. Oppure dovresti sostituirle. Ma, a dispetto degli attivi di bilancio, chi li ha i soldi per questa operazione?
Ed ancora, mentre Sala e Majorino saldano il catering per offrire da mangiare agli immigrati nel Parco Sempione, esiste una volontà politica in questo senso? Finora il mantra è stato ristrutturare per dare a chi ne ha bisogno. Ma a che serve dargli case senz’acqua, con il termosifone che a Natale si blocca? Non sarebbe meglio far aspettare i vari Mohammed ancora un poco e concentrarsi sulla messa in sicurezza del sistema caldo/freddo e sul trasporto dell’acqua? Perché, tra i tanti tipi di guasto possibili, alcuni sono fastidiosi. Altri decisamente, decisamente più gravi. Letali, talvolta.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,
Ottimo articolo, l’autore sta vivendo in prima persona lo svolgimento dei fatti, meglio di così non si potrebbe narrare la situazione delle persone che stanno vivendo l’attualità della gestione del PD i quali dove mettono mano creano disastri.
Giuseppe Bonifacino.
Ottimo articolo, pare che l’autore abbia vissuto in prima persona l’evenienza dei fatti, narrando la realta cui sono sottoposti i cittadini vittime delle incapacita oggettive nelle quali eccelgono le amministrazioni gestite dal PD.
Giuseppe Bonifacino