di Pietro Calamai – Circa tre giorni fa i ministri della difesa di Francia e Germania hanno firmato un accordo per lo sviluppo congiunto di due programmi industriali: un nuovo velivolo da combattimento e un carro armato di nuova generazione. L’accordo è particolarmente importante perché i due maggiori stati europei continentali si uniscono per dare vita ad una collaborazione che dovrebbe aumentare i pregi delle rispettive industrie nazionali; è una cosa già vista con Airbus, dove la fusione delle industrie aeronautiche di Francia, Germania e Spagna hanno dato vita all’unico colosso in grado di contrastare il dominio globale dell’americana Boeing. La tedesca Kraus-Maffei-Wegmann guiderà il progetto del nuovo main battle tank (MBT) a cui si dovrebbe affiancare anche un sistema per il tiro indiretto (artiglieria a lunga gittata), mentre una ditta francese, (o forse la stessa Airbus) guiderà il progetto per il nuovo velivolo da combattimento. Il fatto che un accordo così importante (che potenzialmente influenzerà le industrie della difesa europee per le prossime decadi) sia stato firmato solo tra Francia e Germania (seppur aperto in futuro alla partecipazione di altri partener europei), la dice lunga su come si stia riorganizzando il potere in Europa dopo la BREXIT e quanto conta il nostro paese. Nell’ambito dei mezzi corazzati la Germania è l’unico paese europeo a poter vantare qualche successo commerciale, il suo Leopard II è infatti un MBT di terza generazione molto esportato (in uso, tra gli altri, agli eserciti di Canada, Svizzera e Turchia), che dovrebbe essere uno dei più avanzati carri armati in servizio. Gli altri mezzi corazzati, della stessa generazione, con diffusione globale sono l’M1 Abrams e il T90 russo (che sarà sostituito dal nuovo T14 Armata, un carro di quarta generazione, vero terrore di tutti i paesi confinanti con la Federazione Russa). La Francia dispone di un MBT di terza generazione, il Leclerc, esportato solo negli Emirati Arabi Uniti, che seppur sviluppato successivamente al Leopard II e all’Abrams non sembra avere le stesse prestazioni. Sebbene parlare di carri armati e di guerra convenzionale possa sembrare anacronistico, non si deve perdere di vista l’attuale scenario geopolitico, nel quale la vitalità della Federazione Russa, non è più solo economica o diplomatica, ma anche militare. Nessuno crede che un confronto militare tra Russia e paesi europei sia probabile, ma per mantenere il confronto dialettico su un piano di parità bisogna disporre di credibilità. Questa credibilità passa anche per la conclamata disponibilità di uno strumento militare efficace, che sia in grado di contrastare quello degli altri paesi e che sia in grado di provocare ad un eventuale aggressore danni inaccettabili. Va inoltre considerato che l’Unione Europea ora è senza la Gran Bretagna (storicamente avversa ad una politica di difesa europea, preferendogli la NATO) e che l’impegno statunitense sembra essere altalenante; per essere un attore militare credibile, quindi, i paesi dell’Europa continentale dovranno avere un’industria della difesa il più possibile consorziata ed indipendente dai gruppi industriali atlantici, ma pur sempre capace di sovrastare qualitativamente e quantitativamente i numeri della Federazione Russa. (continua domani)
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