Non ci sono soldi per sistemare strade e marciapiedi ma per le ciclabili gli stanziamenti non finiscono mai. Ultimo esempio Piazza della Repubblica dove da mesi il traffico è strozzato e i pedoni rischiano l’arrotamento per la costruzione di un quadrivio di piste ciclabili. Una raccordo ciclabile ritenuto fondamentale da Sala e Granelli che hanno investito qualche milione di euro nella ciclabile di viale Montesanto e in Piazza della Repubblica. L’effetto visivo delle ciclabili con asfalto rosso pregiato, è quello di un campo da minigolf. Decine di pali con mini cartelli stradali (quasi mai rispettati dai ciclisti), finiture in selciato completano l’intervento per cui non si è badato a spese. Il cantiere, abbastanza semplice, dura dalla scorsa estate con disagi per le auto incolonnate e i pedoni che devono camminare pericolosamente lungo le carreggiate. Incredibile come per una amministrazione che ha l’ambizione di riaprire i Navigli, per fare 200 metri di ciclabile ci voglia un anno.
Questa vicenda ci ricorda in maniera emblematica che se siamo obbligati a circolare tra buche, avvallamenti, masselli sconnessi è perché Sala e Pisapia hanno indirizzato gli investimenti verso queste faraoniche piste ciclabili tralasciando la manutenzione programmata di strade e marciapiedi. L’investimento nelle ciclabili, non deriva da studi o statistiche sull’utilizzo delle stesse, come candidamente confermato da Granelli. E nemmeno si può dire che i 40 milioni spesi in ciclabili abbiano cambiato molto le modalità di spostamento dei milanesi: quelli in bici sono il 6% del totale e prima delle politiche talebane antiauto erano il 5%. In compenso queste ciclabili hanno ristretto le carreggiate, eliminato parcheggi e tolto respiro a una delle poche grandi piazze milanesi.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
Si informi. Milano è stata governata per anni dando la precedenza alle auto: forse se si fosse data la precedenza a mezzi meno inquinanti, oggi l’aria sarebbe più pulita per i cittadini e avremmo una città più vivibile, meno inquinata, con meno strade intasate dal traffico e a dimensione più umana. Ma per fortuna, quelli che la pensano come lei sono sempre di meno e i cittadini ora la pensano in maniera molto più green ed ecologica. Si compri una bicicletta e si faccia un giro nei paesi del nord così magari potrà osservare i risultati delle politiche di impulso all’utilizzo dei mezzi meno inquinanti e la vivibilità di città come Copenaghen.
Caro amico, rispetto le sue idee anche se non le condivido; al di del fatto e dei proclami tipo “noi siamo in crescita o noi green siamo meglio di voi oppure voi scomparirete, oppure guardate Copenaghen etc” preferisco avere sempre la possibilità di scelta e di ragionare da solo piuttosto che accettare supinamente “dictat”imposti da politicanti saccenti, incompetenti, utopici e comunisti radical chc che vogliono imporre il loro volere e le loro idee. La libertà prima di tutto, altrimenti le consiglierei di recarsi in Venezuela viverci come un comune cittadino venezuelano e provare quanto è bello vivere in un paese dove non esiste la libertà di scegliere. Prima di parlare, pensi quanto è bello il poterlo fare!
Caro amico, io rispetto le sue idee anche se non le condivido. Al di là delle sue parole tipo “si compri una bicicletta, guardi Copenaghen, noi green cresciamo, voi siete in minoranza etc” preferisco avere la possibilità di libera scelta e e di decidere liberamente senza dover accettare supinamente “dictat” imposti da politicanti incompetenti,saccenti, utopici, comunisti con il Rolex e radical chic. Prima la libertà poi le utopie, caro signor Matteo; dato il suo tono, le consiglierei un lungo periodo di soggiorno in Venezuela, di vivere in questo luogo ameno come un comune venezuelano e vedere come si vive bene in un luogo dove altri ti dicono come vivere e come pensare. Prima di parlare, rifletta almeno quanto è bello poterlo fare liberamente. Si ricordi che molte persone hanno perso la vita per salvaguardare la libertà.