Milano 25 Giugno – Fondazione Prada. Negli spazi della Cisterna, finoal 22 ottobre 2018, siconclude SlightAgitation, il progetto espositivo in quattro capitoli che termina con l’installazione dell’artista brasiliana Laura Lima (Brasile, 1971). Selezionata insieme a TobiasPutrih (Slovenia, 1972), Pamela Rosenkranz (Svizzera, 1979) e il collettivo austriaco Gelitin dal ThoughtCouncil di Fondazione Prada, l’artista si inserisce in coda al grande progetto che ha visto lo spazio più “industriale” della sede milanese occupato da grandi installazioni site-specific a partire dall’ottobre 2016.
SlightAgitation. Nel progetto 1/4 Putrih si è confrontato con le idee di gioco, politica ed emancipazione mentre subito dopo di lui Rosenkranz ha sviluppato un’installazione che permettesse ai visitatori di immergersi nell’opera, in un’esperienza multisensoriale. Immediatamente precedente all’esposizione di Laura Lima, il dibattuto progetto del collettivo Gelitin ha messo il focus sui grandi archetipi dell’architettura classica –reinterpretandoli decisamente in modo sui generis– sovvertendo l’idea che abbiamo di essi nell’immaginario collettivo.
Cavallo mangia re. “HorseTakes King” è il titolo dell’esperimento di Laura Lima: con tre grandi sculture l’artista cerca di alterare i sensi che determinano le percezioni umane. Il titolo rimanda chiaramente al gioco degli scacchi: l’esposizione, così come il gioco da tavolo, mira a creare uno spazio illusorio in cui le pedine -gli spettatori- possano muoversi liberamente, senza però essere a conoscenza dell’intento finale dell’artista.
Commissionate direttamente all’artista dalla Fondazione Prada, Bird (2016), Pendulum (2018) e Telescope (2018) invitano l’osservatore a elaborare ciò che in termini astronomici è definito “sizigia”: la configurazione in linea retta di tre corpi celesti in un sistema gravitazionale.
“Si tratta di un gioco situazionale che chiarisce come alla base di HorseTakes King vi sia il linguaggio della patafisica, ovvero la legge che governa le eccezioni, una scienza impossibile da definire. Secondo il suo ideatore -il poeta e drammaturgo francese Alfred Jarry- comprendere la patafisica significa non riuscire a comprenderla. Tentare di darne una descrizione è l’errore fondamentale. Analogamente, il lavoro di Lima prende in prestito l’inutilità di un gioco di possibili impossibilità per dare vita a un’opera che rifiuta ogni interpretazione. Siete tutti invitati: la partita è cominciata.” Elvira Dyangani Ose, curatrice
Un Dalì che pende dal soffitto. Nella sala centrale della Cisterna è installato Pendulum(2018), un meccanismo che riproduce il movimento del pendolo di Foucault e alla cui estremità è fissato un dipinto -una copia di Pescador al Sol (1928) di Salvador Dalí- sul quale il pubblico è invitato a fare delle ipotesi.
Avete sempre sognato di fare una lezione di astronomia? Nello spazio a sinistra c’è Telescope (2018), un’installazione che ospita una vera e propria classe di astronomia che si terrà per mezz’ora ogni giorno alle 12.30 e alle 17, con gli scienziati dell’associazione che si occupa della programmazione del Civico Planetario di Milano. Al livello superiore, invece, si trova -ad un altezza di 10 metri- un telescopio rivolto verso il cielo, che il pubblico -guidato da un astronomo- potrà utilizzare.
Nell’ultima sala della Cisterna troviamo Bird (2016), un grande animale -realizzato in collaborazione con l’artista brasiliano Zé Carlos Garcia- che, vista la posizione e le piume sparse per tutta la sala, dà davvero l’impressione di essere caduto dal cielo e piombato nella sala casualmente.
Le tre opere combinate creano uno spazio stimolante e coinvolgente per lo spettatore, in cui l’artista “esplora i confini tra immaginario e reale per sottolineare la componente poetica e assurda intrinseca a ciò che è reale solo in apparenza”.
Il titolo del progetto –“SlightAgitation”– rimanda all’espressione “une légèreagitation”, utilizzata dallo storico Fernand Braudel per descrivere il movimento della marea. È dalla metafora della marea che è partito il ThoughtCouncil di Prada -formato da Shumon Basar, Elvira Dyangani Ose e DieterRoelstraete- per concepire gli interventi espositivi: tutti diversi tra di loro in termini di filosofia e media utilizzati, ma accomunati dalla volontà di utilizzare l’opera per influenzare lo spettatore, coinvolgendolo attraverso tutti i suoi sensi. (ArtsLife)
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