Lettera aperta a Lina Sotis, consulente dell’Assessore Majorino per le periferie

Milano

Cara Lina Sotis,
Le foto qui sotto sono angoli del Giambellino riempiti di rifiuti d’ogni genere, soprattutto vestiti. A ogni stagione, infatti, alcune onlus religiose regalano vestiti, credo nuovi, ai poveri che bussano. Il problema è che non viene raccontata l’altra metà della parabola evangelica: dove si gettano i vestiti vecchi? In un sacco dell’immondizia? Noo. In una ricicleria? Noo (ed è situata vicino). Li si getta in strada insieme a molta altra roba, come può vedere. Poi non si telefona nemmeno all’Amsa, tanto prima o poi qualcuno lo farà. Io ho smesso di farlo, ho capito di essere l’unico  qui, era di questo che volevo avvisarLa.
Cara Lina Sotis, non le scrivo certo a cuor leggero,  il materiale rimane in strada per giorni, fino a quando non passa un operatore ecologico che avverte di passare, in genere una volta ogni 10 giorni, nonostante sia uno dei quartieri più problematici e abbandonati di  di Milano.
Il Municipio 6 non sa più che cosa fare. Il presidente Santo Minniti, Pd, non fa che segnalare e segnalare, ma i maggiorenti del suo partito lo prendono per  rompiballe. “Interverremo”, “faremo”, “daremo”, stanziano soldi (sulla carta) ma poi i lavori non partono. Macché. Che poi si tratta solo di restiling, quando qui occorrerebbe metterci le mani sul serio. Intanto qua marcisce tutto. Cara Lina Sotis, ci provi Lei a convincere palazzo Marino. Qua di assessori non se ne vedono mai.
I miei amici di sinistra mi dicono: ma perché non cambi quartiere? Io rispondo: ma perché non cambiamo giunta?
Nel frattempo, infatti, diversi appartamenti del Giambellino sono stati occupati abusivamente da famiglie di estrazione diversa dalla Sua, bisognose, per carità, ma il problema è che ne bastano tre o quatto di detti occupanti chiamiamoli “irriducibili” per mettere a soqquadro un intero quartiere. Non tanto perché nell’appartamento, in genere di due locali, arrivano anche i parenti con automobili incredibili, ma perché tutti insieme occupano stabilmente gli antistanti giardini della via Odazio, dove c’è la biblioteca (usata anche per fare il bagnetto i bambini).
E lì tra i cespugli io non capisco più che cosa succeda ogni giorno. Bisogna che Lei vada a dare un’occhiata.
Poche settimane fa, alcune famiglie ostili hanno incendiato sei auto parcheggiate vicino al mercato rionale, quello che un altro illustre magnate della Sua classe, Renzo Piano, ha studiato (solo studiato) di ristrutturare. Sei auto di cittadini, non degli occupanti. Lo hanno fatto di notte per intimidire le famiglie rivali usando, mi scusi il termine, il popò degli altri, che tanto se appena appena reagiscono sono accusati di essere razzisti & fascisti & xenofobi & anche nazisti.
Come vede c’è materia per insegnare bon ton a dette persone e dire la Sua in Consiglio Comunale.
Le auguro tutto il bene possibile.

Roberto Schena, giornalista scrittore,
autore de “Milano, la città dei 70 borghi”.

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