Proponiamo giudizi e analisi delle maggiori testate italiane sull’accordo siglato a Bruxelles sull’immigrazione
“Leggendo il testo ufficiale delle conclusioni emerge soprattutto un importante risultato politico di strategia complessiva, conseguito dal gruppo dei leader «volenterosi» guidato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel principalmente con il presidente francese Emmanuel Macron e il premier Giuseppe Conte. Alla vigilia del summit c’erano molti dubbi sul riuscire a raggiungere compromessi tra posizioni contrastanti e a volte opposte, poco negoziabili per l’evidente rilevanza nella politica interna dei singoli governi.
Ma il testo finale — soprattutto al punto 6 dell’intesa, che riportiamo qui sotto in formato integrale — lascia aperti anche dubbi sulla concretezza e sulla tempistica delle soluzioni concordate, che dovrebbero essere chiariti nelle conferenze stampa dei capi di Stato e di governo oggi al termine dei lavori. Merkel, rimarcando il suo ottimismo, ha già pragmaticamente ammesso che «abbiamo ancora molto da fare per riunire punti di vista diversi». La «condivisione» degli sbarchi dei migranti salvati nel Mediterraneo, condizione inderogabile posta dall’Italia, è specificata, rinviando però al Consiglio dei governi e alla Commissione europea di «esplorare rapidamente il concetto di piattaforme regionali di sbarco, in stretta collaborazione con i principali Paesi terzi e con le agenzie Unhcr e Iom».
Il successivo trasferimento in «centri sorvegliati» nei Paesi membri, per l’identificazione dei richiedenti asilo e avviare al rimpatrio gli altri, è prevista «solo su base volontaria»: in un contesto europeo dove le precedenti quote obbligatorie di profughi sono state respinte non solo da Paesi dell’Est, ma (per gran parte ) perfino dalla Francia. Sulla riforma del regolamento di Dublino, che penalizza Italia, Grecia e Spagna assegnando i rifugiati al Paese di primo arrivo, si legge l’apertura sollecitata da Conte, accompagnata dalla constatazione che «c’è bisogno di trovare un consenso» (da anni rifiutato dalla maggioranza dei governi). Di concreto e rapido il governo italiano ha ottenuto soprattutto 500 milioni di euro di fondi Ue per il piano Africa, destinati a frenare i flussi migratori verso l’Italia tramite il Mediterraneo centrale. In più è stata inserita la promessa di aumentare gli esborsi di Bruxelles per l’emergenza immigrazione nel prossimo bilancio 2021-2027. In cambio Conte ha concesso un sostanziale via libera alla seconda tranche datre miliardi comunitari alla Turchia (sul totale di sei) per bloccare i rifugiati siriani e iracheni diretti principalmente in Germania. Merkel ha ottenuto anche l’apertura dei Paesi di primo arrivo a riprendersi i rifugiati spostatisi in Germania. (Ivo Caizzi Corriere)
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Il Consiglio Ue fissa solo principi sui migranti, senza concretezza nè soldi: un guscio vuoto
(Angela Mauro Huffington Post)
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Un accordo fragile su base volontaria
L’Italia ha fatto bene a non rompere il consenso europeo ma la revisione degli accordi di Dublino si allontana e gli hot-spot in paesi terzi si faranno soltanto d’accordo con i paesi africani (Daniele Bellasio (Repubblica)
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Parliamoci chiaro, e cioè, senza la retorica della diplomazia. L’accordo siglato in dodici punti, di cui quattro su base volontaria e gli altri otto su base fumosa, non vale un accidente. L’Unione europea si era obbligata a redistribuire i migranti italiani e greci e non lo ha fatto. Qualcuno davvero pensa che oggi, senza alcun obbligo, ci sia qualche Paese disposto ad aprire un porto o un centro di accoglienza a casa sua?
Converrebbe essere seri, tutti sappiamo che oltre al veto italiano è mancato anche un qualsiasi risultato concreto. Si tratta di fuffa. Che ha un suo perchè. La diplomazia è fatta di piccole cose, di piccoli segnali.
L’italia ha fatto capire che l’immigrazione è un problema. Ma piú del premier Conte, a convincere la Merkel è stato il suo ministro degli interni, della Csu, che non vuole piú immigrati in Baviera. Quanto tempo è passato dall’imbambolamento di Fuoco a Mare e del ‘fratelli siriani vi accoglieremo tutti’ proprio della cancellieria!
Un piccolo passo per la diplomazia, nessun passo per la sua realtà. Dovremmo far da soli. (Nicola Porro Il Giornale)
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