Una rapina ‘pulita’, senza che nessuno si facesse male, portato a termine in due minuti e con una certa discrezione. Nulla a che vedere con quella rapina spettacolare con raffiche di mitra sparate in aria che il Clan dei marsigliesi di Albert Bergamelli mise a segno il 15 aprile del 1964, sempre in via Montenapoleone – la via del lusso per eccellenza di Milano – e che passò alla storia, ma altrettanto fruttuosa, se i tre rapinatori che hanno fatto irruzione nell’assolato primo pomeriggio nell’ orologeria Audemars Piguet sono riusciti ad arraffare 17 orologi i quali hanno un valore che potrebbe arrivare a un milione e 300 mila euro. I malviventi si sono velocemente allontanati tra i numerosi turisti e fanatici dello shopping senza seminare eccessivo panico per raggiungere tre biciclette che avevano parcheggiato in una via vicina e far perdere, per ora, le proprie tracce. Vestiti come turisti, per non dare nell’occhio, si erano presentati all’entrata della gioielleria specializzata nella vendita di orologi di valore; si erano fatti aprire e quello armato di pistola (non si sa se vera o giocattolo) aveva puntato l’arma al collo di un dipendente intimandogli, in un italiano che tradiva l’accento dell’Est europeo, di aprire con un telecomando le teche che contenevano i preziosi di cui hanno fatto man bassa. Poi via a gambe levate verso le biciclette per
fuggire e raggiungere un luogo sicuro. Sembra che le telecamere di videosorveglianza del Quadrilatero della Moda li abbiano ripresi da via Bagutta fino a Piazza San Babila, ma gli investigatori sperano di ottenere elementi ancor più significativi anche da quelle interne all’orologeria e dalle tracce biologiche che ha lasciato il terzetto.
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