I cani domestici discendono da un antenato del lupo. Probabilmente furono i lupi a fare il primo passo e avvicinarsi agli insediamenti umani per approfittare degli scarti dei primitivi cacciatori. Forse iniziarono anche a seguirli nei loro spostamenti. Probabilmente l’uomo permise agli esemplari meno aggressivi di avvicinarsi sempre più, dando così inizio a una prima selezione. Quella iniziale convivenza permise all’uomo e al primo esemplare di cane di influenzarsi a vicenda. Da animali parassiti, i cani si trasformarono in un vero aiuto durante le battute di caccia perché aiutavano a scovare e cacciare le prede. I loro sensi compensavano quelli umani meno acuti. Sono numerosi i ritrovamenti di resti di cani nei siti archeologici. La testimonianza più antica risale a circa 28.000 anni fa e corrisponde alle orme di un bambino e di un cane presso una grotta nel sud della Francia.
Anticamente si praticava una sepoltura rituale di cani. Presso un sito in Israele sono stati ritrovati i resti di un uomo anziano in posizione fetale che protende un braccio verso i resti di un cucciolo di cane, fatto che dimostra una relazione affettiva con l’animale. L’amicizia tra l’uomo e il cane ha dunque radici molto antiche ed è stata vantaggiosa per entrambi, ma per l’uomo soprattutto che ha saputo sfruttare il potenziale del cane effettuando incroci per creare razze sempre più specializzate. Esistono oggi cani da pastore, da caccia, da guardia, da compagnia, da corsa. Sono 340 le razze riconosciute dalla Federazione Cinologica Internazionale, ma si ritiene che siano tantissime le razze non registrate.
Michela Pugliese
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