250 persone hanno partecipato all’incontro sulle ragioni del No ai Navigli. La riunione convocata a mezzo facebook ha richiamato molte persone nonostante che il sito del Comune nemmeno abbia pubblicato l’avviso dell’incontro.
Non piace il metodo con cui il Comune finge di ascoltare i cittadini, convoca qualche riunione a Luglio ma in realtà ha già deciso. Suscita rabbia l’idea di avviarsi verso un nuovo costoso progetto senza che sia stata dimostrata l’utilità o l’urgenza dell’opera.
Tra i vari interventi Alberto Artioli, ex Sovrintendente ai beni architettonici di Milano, ha spiegato di non essere contro le innovazioni in generale ma, prima di partire, bisogna essere certi della copertura finanziaria e della fattibilità tecnica. Per Artioli si sottovalutano l’impatto sul traffico e i motivi igienici per cui il Naviglio fu chiuso.
Il Prof Roberto Busi ha spiegato che il progetto non è una riapertura, ma una reinvenzione dei Navigli: collocazione diversa, finalità diversa dal passato (oggi turismo e movida, allora trasporti), contesto paesaggistico completamente diverso.
Il giornalista Roberto Schena ha invece mostrato l’assurdità di investire in una nuova opera mentre il reticolo di rogge, fontanili e cascine di cui è ricco il sud di Milano, un vero patrimonio storico, sta andando in malora nella totale distrazione del Comune.
Infine l’Architetto Luca Beltrami Gadola ha definito “ingegneria del consenso ” la messinscena del dibattito pubblico cosi come organizzato dal Comune. Il Comune ha già deciso e chi dirige il dibattito non è terzo ma piuttosto fa propaganda.
È stato un momento di autentica partecipazione civica, tra persone di varia appartenenza politica, che dimostra quanto i milanesi amino la loro città e ne vogliano decidere il futuro.
Si è deciso di utilizzare lo strumento delle osservazioni critiche al progetto (https://progettonavigli. comune.milano.it/partecipa-al- dibattito/invia-le-tue- osservazioni/) ma anche di diffondere le critiche al progetto attraverso una campagna di comunicazione nei quartieri. Verrà condiviso tutto il materiale attraverso la pagina facebook ” No ai finti navigli”
Prima che il progetto venga approvato dal Consiglio Comunale si può ancora fare molto. Ed evitare a Milano un progetto dannoso, dispendioso ed inutile.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.
Tutta pubblicità per l’Amministrazione, per rendere Milano più invivibile di quanto già non lo sia. L’unico lato positivi – dicono – è il ripacimento delle acque per il sud Milano, che sembra ora averne meno. E questo è un fatto, ma la diminuzione dell’acqua è dovuta ad altre cause che possono essere rimosse con altro mezzo, anche con quelle famose vasche di laminazione del Seveso, che i comuni a nord di Milano non vogliono. Ma la Regione che ci sta a fare? Una volta non c’era un magistrato della cque? Ma l’importante è la pubblicità per questa Amministrazione
Non bastavano i dannosissimi cantieri della inutile M4: polveri , inquinamento, rumori, enormi impedimenti agli abitanti e alla circolazione, chiusura e fallimento di esercizi commerciali; ora ci dovremmo sorbire pure i vasconi di Sala? Questa città che alcuni vogliono far passare come europea ed internazionale, sta diventando un magificio senza pietà. Appena chiude un negozio subito si insedia una piadineria, una hamburgheria, un ristorantino con birreria artigianle, e mille altre invenzioni marchettare per sfamare milioni di poveri milanesi, che si sa sono sempre più vecchi e stanno sempre più rintanati in casa o in villa fuori porta. Hanno costruito torri dall’architettura oscena alla fiera e a Porta Nuova, compresa la sede della regione, ma verde pubblico nisba, edilizia sociale niente, parcheggi gratutiti per i milanesi malati ed anziani ‘sta cippa.
Questa città fa sempre più schifo, piena di degrado in periferia, di finte taverne tipiche in ogni via, di vetro cemento per imitare le metropoli del nord, ma noi siamo del sud.
E poi, non si poteva attendere la fine dei lavori della M4
Non bastavano i dannosissimi cantieri della inutile M4: polveri , inquinamento, rumori, enormi impedimenti agli abitanti e alla circolazione, chiusura e fallimento di esercizi commerciali; ora ci dovremmo sorbire pure i vasconi di Sala? Questa città che alcuni vogliono far passare come europea ed internazionale, sta diventando un mangificio senza senso. Appena chiude un negozio subito si insedia una piadineria, una hamburgheria, un ristorantino con birreria artigianle, e mille altre invenzioni marchettare per sfamare milioni di poveri milanesi, che si sa sono sempre più vecchi e stanno sempre più rintanati in casa o in villa fuori porta. Hanno costruito torri dall’architettura oscena alla fiera e a Porta Nuova, compresa la sede della regione, ma verde pubblico nisba, edilizia sociale niente, parcheggi gratutiti per i milanesi malati ed anziani ‘sta cippa.
Questa città fa sempre più schifo, piena di degrado in periferia, di finte taverne tipiche in ogni via, di vetro cemento per imitare le metropoli del nord, ma noi siamo del sud.
E poi, non si poteva attendere la fine dei lavori della M4 prima di rifare la sede tranviaria di Porta Vittoria e piazza 5 Giornate?
L’operazione può avere diverse ragioni, ma è gestita con il carro davanti ai buoi. La riapertura sconvolge il traffico Bastioni- Centro, uno studio del 2015 fatto dal Politecnico lo dimostra, dichiara utile una riorganizzazione del traffico pubblico e privato che tenga conto di Navigli ed M4, altrimenti i benefici di possibile riduzione del traffico auto dovuti al maggior uso del trasporto pubblico lo azzopperanno, proprio sulla strade radiali di accesso al centro che il TP percorre e che i Navigli riaperti riintaseranno come oggi. Questo piano non è stato attivato, e con l’apertura del dibattito il documento è stato nascosto, non ripubblicato. Vergognoso.
Credo che questa gente vada assolutamente IGNORATA. Le uniche preoccupazioni di queste persone sono le macchine, il parcheggio sotto casa e, per i commercianti, il fatto che si possa arrivare in macchina direttamente davanti al negozio. Se questa gente fosse stata ignorata in passato, oggi avremmo una città molto meno inquinata, più verde, più vivibile, in cui si possa girare meglio a piedi e in bicicletta, a misura d’uomo e turisticamente più attrattiva. Ma per fortuna, IL VENTO E’ CAMBIATO. La politica sia di destra che di sinistra oggi sposa all’unisono questi progetti (la riapertura dei navigli è sponsorizzata sia dal pd e sinistra, M5S, sia da Forza Italia che Lega Nord). E a queste persone non resterà altro che questo: la vergogna.
Gentile Sig. Ciarra;
Lei ha ragione quando scrive che certe scelte potevano essere gestite diversamente in passato.
Ha ragione ha chiedere una maggiore tutela della qualità della vita.
A Mio parere sbaglia quando declina la riqualificazione della città, alla sola riapertura dei Navigli. L’inquinamento e il traffico che congestiona Milano, non s’interrompe con la riapertura dei navigli, si riduce in una zona per aumentare in un’altra , o si pensa che l’aria di Milano si possa sezionare o confinare grazie alla riapertura dei Navigli, e che le auto, d’incanto possono essere sostituite dal trasporto pubblico ” tout court ” e dalle biciclette ? Pensi a come è strutturata la città oggi, non si limiti alla visione della Milano di ieri. Partiamo con il sostenere le opere fattibili, spendendo il giusto e equamente, nelle varie zone della città. Facciamo un passo alla volta, partiamo dalla struttura della città, per arrivare a abbellirla esteticamente.
Cerchiamo di migliorare i trasporti per ridurre le auto, proviamo a incentivare il cambio delle caldaie a gasolio con quelle a metano, questi sono i temi per cui si deve battere se ha una visione ” green ” della città. Questi interventi si, porteranno a una riduzione dell’inquinamento.
Certo che l’effetto dei corsi d’acqua, gratifica e qualifica, ma questo non deve penalizzare altre zone della città. E’ questo il tema di fondo della protesta, capire bene cosa succede anche oltre la zona centrica della città, per fare la cosa giusta a favore di tutti i cittadini di Milano e non solo per una parte di essi.
Non si schieri con una visione limitata dell’argomento, provi a approfondire i temi degli scettici, cosi come gli scettici hanno fatto con il progetto.
La partecipazione trova sempre un punto di confronto, continui a partecipare con i Suoi commenti, sono importanti per capire cosa pensa il cittadino.
Gianluca Gennai
CCC