La vecchia fattoria sovranista: cigni neri ed incendiari verdi

Attualità

La scena è sostanzialmente questa. Fa caldo. State girando in macchina. Dovete fare benzina, così vi fermate ad un distributore. Là, in giacca e cravatta neri a sfidare il solleone, c’è un anziano signore che parla ad una piccola folla. È il ministro Savona. Il quale, con noncuranza estrema, sta gettando cerini accesi vicino alle pompe. L’argomento della discussione è la possibile esplosione di una pompa di benzina proprio là. Lui la chiama “un cigno nero”, cioè un evento del tutto imprevedibile e devastante. È un discorso lungo, articolato e costellato di cerini accesi gettati con casualità sempre più vicini alla pompa. Ed il cuore è: chi potrebbe mai prevedere un’esplosione proprio qui? Magari oggi. Chi, mi domano? E via un cerino acceso. Dovrebbe essere una coincidenza assurda. Via un cerino. Magari colpa dei terroristi. Via un cerino. Magari Islamici, chi lo sa. Kamikaze, avete presente. Via un cerino. Voi, ovviamente, fuggite a tutta velocità. Il giorno dopo, mentre il giornale descrive il Cigno Nero, l’esplosione di un benzinaio proprio durante un discorso del ministro, come vi sentite? Sorpresi? Sopraffatti dallo stupore? Se non lo siete, sappiate che Savona vi disapprova. Lui non poteva certo prevedere quell’esplosione.

Riporta il Corriere della Sera: «Una delle mie case, Banca d’Italia — dice Savona — mi ha insegnato a essere pronti non ad affrontare la normalità ma il cigno nero, lo choc straordinario». La teoria del cigno nero è quella secondo cui un evento inaspettato viene compreso e razionalizzato solo a posteriori, quando è più difficile correre ai ripari. L’uscita dall’euro, dunque, non è un obiettivo da perseguire. Ma un’eventualità alla quale prepararsi comunque. Anche perché «se si vuole che l’euro sopravviva» sono necessarie politiche di crescita e «noi abbiamo bisogno di crescere del 4% l’anno, non dell’1%, servono politiche aggressive».

Cos’è un Cigno Nero? L’11 Settembre. Un evento assolutamente imprevedibile che, purtuttavia, avviene. Al quale PER DEFINIZIONE non ci si può preparare. Non perché sia impossibile, a quasi tutto ci si può preparare, ma perché è estremamente pericoloso e poco pratico farlo. Un cigno nero è un asteroide che nessuno aveva visto finché non arriva a portata della terra e non possiamo fermarlo. Questa cosa, ad oggi è impossibile. Se domani si verificasse, quello sarebbe il cigno. Ecco, un anziano ministro che racconta di come dovremmo prepararci ad uscire dall’Euro perché veniamo cacciati per poca serietà significa giocare col fuoco. Non prepararsi. Significa gettare sassolini sulla montagna innevata, stupendosi per la valanga. E, forse, smetterla di farlo potrebbe essere utile, che ne dice signor Ministro?

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