Che cosa non si può fare a Milano, ma Sala pensa alla riapertura dei finti Navigli…

Milano

Riassumendo, si potrebbe stilare un decalogo di cose da non fare a Milano. Così tanto per… Insomma una lista-consigli che bisogna tenere a mente per evitare sorprese diciamo spiacevoli. Non passeggiare o fare corsette al parco, anche se sei agé perché lo stupratore in agguato non vede l’età, ma è solo in crisi di astinenza; non farsi infinocchiare dalla richiesta di una sigaretta o di una informazione perché il ladro potenziale potrebbe mandarti all’ospedale sanguinante per le botte; preferibilmente non frequentare i bus di sera, specialmente la 91, perché tra ubriachi e borseggiatori potrebbe finire male; non avvicinarsi ai giardinetti noti per lo spaccio perché non vogliono essere disturbati e potrebbero reagire; evitare accuratamente la zona Stazione Centrale, Porta Venezia in mano ai migranti che da un momento all’altro possono minacciarti con un coltello; non discutere con il vicino di casa, perché potrebbe prenderti a morsi; non fidarti, anche se hai una fretta indiavolata, a prendere un taxi abusivo, perché lo stupro è dietro l’angolo; non camminare in centro con la curiosità di un turista, perché le ladre che operano nel quadrilatero della moda sono ben addestrate, delle vere professioniste nel genere.

Che fare allora? Chiedilo a Sala che insiste sulla sicurezza di una Milano senza pericoli, che accoglie chiunque… e poco importa se molti ospiti ingrossano la criminalità organizzata…perchè a Milano i soldi si spenderanno per quel sogno inutile della riapertura dei finti Navigli.

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