Dal 25 ottobre al 20 dicembre, la Galleria 10 A.M. Art, nella nuova sede di Corso San Gottardo 5, ospita Destinazione: presente, una mostra dedicata a Antonio Scaccabarozzi (1936-2008), una delle figure più interessanti del panorama artistico italiano del secondo Novecento ed esponente di una indagine pittorica che si è sviluppata in cicli poliedrici e un linguaggio di respiro internazionale.
Artista inquieto e libero dai dettami e dalle mode, Scaccabarozzi ha frequentato alcuni dei protagonisti del secondo dopoguerra, da Lucio Fontana a Enrico Castellani, da Paolo Scheggi a Luciano Fabro e, riflettendo sul significato della pittura nella sua relazione spazio-temporale e percettiva-ambientale, ha saputo non solo assumere la responsabilità di ripensare profondamente l’eredità delle avanguardie concrete del secondo dopoguerra, ma anche sviluppare una personalissima indagine di assoluta contemporaneità.
Il percorso espositivo ruota attorno ai cicli pittorici più conosciuti, come quelli dei Fustellati e delle Prevalenze, realizzati nel corso degli anni Settanta, testimoniati in mostra da capolavori come Giro completo in 8 pezzi (pezzo 8) e Grigio 1/5 prevalenze B.V.A.G.R., e prosegue con le opere realizzate dagli anni Ottanta fino agli inizi del nuovo millennio, che rivelano la complessa liricità dell’artista.
L’antologica propone creazioni che appartengono alle serie delle Linee Quasi Rette, delle Distanze Reali e Distanze Rappresentate, del Peso di frammenti di colore, o ancora alle Iniezioni, in cui l’artista inietta del colore direttamente nella tela, o alle Immersioni che vedono Scaccabarozzi intervenire sulla tela, immergendola direttamente nel colore.
Il percorso prosegue con le Quantità libere, gli Essenziali, spatolate di colore addensato che emergono dalla superficie parietale, o ancora con i Polietileni, fogli di plastica trattati come se fossero strati di colore, che diventano membrane cromatiche fluttuanti nello spazio, sospese dalla parete e dal soffitto grazie a fili di nylon.
La retrospettiva s’inserisce in un momento di grande riscoperta della sua attività, che si è concretizzata con l’ingresso di una sua opera, Iniezione-Delimitazione (1980-1981), nelle Collezioni Intesa San Paolo, alle Gallerie d’Italia di Milano, con la selezione del progetto Rotazione continua orizzontale nella mostra “WunderMore” al MAXXI di Roma, con la personale al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone, in programma a fine settembre.
Antonio Scaccabarozzi nasce nel 1936 a Merate (Lecco). A Milano dal 1951, segue i corsi serali della Scuola Superiore d’Arte Applicata del Castello Sforzesco, nella sezione Pittura. Coinvolto nell’ambiente culturale milanese di quegli anni, frequenta il quartiere di Brera dove incontra artisti quali Carlo Carrà, Piero Manzoni e Lucio Fontana. Diplomatosi nel 1959, si trasferisce a Parigi dove lavora come pittore di scena e approfondisce i linguaggi artistici del tempo. Dalla metà degli anni Sessanta, il lavoro di Scaccabarozzi rielabora le istanze concretiste, programmate e di nuova astrazione, definendo il proprio linguaggio visuale come Equilibrio Statico-Dinamico, con chiaro riferimento al Neoplasticismo e a certo Cinetismo europeo. Rientrato a Milano, si trasferisce nel Quartiere delle Botteghe di Sesto San Giovanni, dove si confronta con Castellani, Bonalumi, Vermi, De Filippi, Fabro, Nagasawa. È a partire dalla fine degli anni ’60 che Scaccabarozzi definisce programmaticamente un piano di lavoro basato su un metodo rigoroso, destinato negli anni a tradursi in cicli di opere dove proprio la tensione tra perseguimento della regola e suo necessario superamento dà risultati inattesi e di novità rispetto allo scenario europeo. Sono dei primi anni Settanta i Fustellati, formati da una successione di elementi cilindrici, ottenuti lavorando con una fustella e praticando sul supporto neutro elementi modulari emergenti o incavati, di diversa e graduale dimensione ed estensione. Nel clima linguistico nord-europeo l’artista trova quindi una sua ideale collocazione e istanza di ricerca. È dei primi anni Settanta anche l’elaborazione di un nuovo ciclo di lavori, definiti Prevalenze: il supporto, neutro, si anima di punti, monocromi poi colorati, disposti sulla tela o tavola in un ordine che risulta da un calcolo matematico esatto. A partire dal 1983, l’artista avvia una nuova fase, partendo concettualmente dall’idea che stendere una quantità di colore sia già fare pittura, e così liberandosi dai calcoli e da ogni forma evidente e obbligata di schema prestabilito. Nascono le Quantità libere, che lo portano a sperimentare e scegliere un nuovo materiale: il foglio di polietilene. Se le Quantità libere sono il corpo della pittura, gli Essenziali – così l’artista nomina questo ciclo di lavori che si avvia con il nuovo decennio ’90 – ne diventano l’ossatura. Alla fine degli anni ’90, Scaccabarozzi torna al supporto delle sue Quantità libere: il polietilene. Gradualmente i fogli di polietilene diventano membrane cromatiche fluttuanti nello spazio, sospese dalla parete e dal soffitto grazie al filo di nylon. Dal 2002 si sviluppano le Ekleipsis (Polietileni), formate da due fogli plastici di diverso colore. Nel 2003, Scaccabarozzi approda alle Banchise (Polietileni): si tratta di un’altra variazione sul tema del polietilene, in quanto qui la riflessione è tra dimensione-foglio più esposto/in evidenza e quella invece nascosta. Attorno al 2005 l’artista sente la necessità di tornare al dipingere: stende sottilissimi veli di colore ad olio, su un colore-base steso su tela o cartone telato, così da stabilire una pellicola che assorba e diversamente diffonda la luce incidente: sono le Velature. Un incidente interrompe drasticamente la vita di Antonio Scaccabarozzi nell’agosto 2008.
Galleria 10 A.M. Art (Corso san Gottardo, 5)
Inaugurazione: 25 ottobre ore 17.00
Orari: Dal martedì al venerdì, dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.30 Tutti gli altri giorni, solo su appuntamento
Ingresso libero Informazioni: tel. 02.92889164; info@10amart.it; www.10amart.it
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