Il cane è il mammifero con il maggior numero di razze del pianeta; tuttavia la grande varietà è il risultato di un lavoro umano abbastanza recente. Molto merito va attribuito ai nazisti i quali, con le loro manie di grandezza, effettuarono esperimenti mirati a creare una razza di cane superdotata. Furono forse anche i primi a creare una sorta di specializzazione in psicologia canina.
Passato alla storia come personaggio sanguinario e crudele con gli uomini, Hitler si accertava che i cani fossero trattai con ogni riguardo durante l’addestramento. Hitler riteneva che con un buon addestramento un cane avrebbero potuto imparare a comunicare meglio con l’uomo e aiutare i suoi eserciti a conquistare il mondo. Già prima dell’avvento di Hitler, tuttavia, l’esercito tedesco era all’avanguardia nell’addestramento di dobermann e pastori tedeschi impegnati soprattutto nella ricerca dei feriti sui campi di battaglia. Per tale scopo i cani erano utilizzati con successo dall’esercito tedesco già durante il primo conflitto mondiale.
Durante la seconda guerra mondiale l’esercito americano usò cani kamikaze contro i tedeschi. I cani appena svezzati erano sottratti alle madri e veniva loro dato il cibo solo sotto i carri armati. Una volta sul campo di battaglia venivano tenuti a digiuno, con un esplosivo e un’antenna di comando sul dorso.
Quando i panzer tedeschi si avvicinavano, gli animali affamati venivano rilasciati. Correndo istintivamente sotto ai carri nemici per cercare il cibo, l’antenna strisciava contro la pancia di metallo, facendo detonare l’esplosivo e distruggendo carro armato e cane. Di certo se per i cani furono più crudeli gli americani che i tedeschi. Oggi uno dei principali scopi nell’utilizzo di cani in guerra è quello di individuare le mine.
Michela Pugliese
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