Comune di Milano, risparmi sull’infanzia: meno 15% di funzionarie sul territorio

Milano

La nuova mappa delle Unità Educative del Comune di Milano comprende accorpamenti e trasferimenti che, soprattutto in periferia, vedono la sparizione di ben 13 Funzionarie: il taglio netto del 15% dei posti con un trasferimento del Nido Lombardia 65 in via Beroldo 8, con alcuni spostamenti che mortificano i quartieri più disagiati (u.e. 44 Mar jonio-Forze armate, Lamennais-Milesi, Stratico-Silla Deruta-nuova u. e 15 Benedetto Marcello). Un altro cambiamento è la nuova unità Coordinamento Pedagogico con 4 nuovi funzionari; restano comunque molte funzionarie in attesa nella graduatoria delle idonee.

Sottolinea la Cisl/FP Comune di Milano “Si passa da 80 a 67 Unità Educative, tutta la geografia delle sedi rivoluzionata, per un progetto che arriva il 19 luglio col 70% delle educatrici in ferie, e che avrà un grande impatto sul Comune di Milano. ” Secondo il sindacato per l’effetto della contrazione di organico saranno “..particolarmente penalizzate le sedi delle sterminate periferie meneghine”. Così la Cisl “per ovviare ai disagi e alle distanze da coprire (ad esempio dalla Scuola di via Silla, Figino di fianco all’inceneritore, a Forze Armate a Baggio 2km in linea d’aria) per le Posizioni Organizzative” ha pensato di richiedere la tessera Atm di Servizio (5 Euro al mese), oltre al passaggio dalla terza alla Seconda fascia retributiva (da 450 a 600 euro lordi al mese. Necessario per il sindacato sarà anche del personale amministrativo “che copra il funzionario nelle sue peregrinazioni tra un Nido e scuole. “

Il personale della Direzione Educazione è il più numeroso di tutto il Comune di Milano, consta infatti di più di 4000 dipendenti, ciononostante resta scoperta la figura di Mediatore Linguistico e Culturale, una figura che secondo la Cisl/Fp “non è più possibile non avere nella Milano proiettata nel 2019, con decine di scuole frequentate dal 100% da figli di genitori non nati in Italia con forti difficoltà linguistiche e di comprensione dei difficili equilibri che regolano i servizi.”

Risparmi si quindi, ma non penalizzando i servizi che riguardano proprio i soggetti più fragili, in questo caso i bambini, come in altri casi gli anziani. E ancora una volta non tenendo conto delle difficoltà di chi lavora nelle  periferie, dove già sussistono tante tensioni e problematiche.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.