Giovedì 26 luglio alle ore 20.30 presso la Milano Arte Musica celebra due importanti anniversari: i 250 anni dalla morte di Nicola Antonio Porpora e Francesco Maria Veracini. A rendere omaggio a due dei più importanti violinisti-compositori dell’epoca tardo-barocca, il trio L’Arte dell’Arco, composto da Federico Guglielmo (violino), Francesco Galligioni (violoncello) e Roberto Loreggian (cembalo).
Il 3 marzo 1768 si spegneva a Napoli Nicola Antonio Giacinto Porpora; otto mesi più tardi, il 31 ottobre, moriva a Firenze Francesco Maria Veracini. La scomparsa di entrambi i musicisti non dovrà trarre in inganno rispetto alla dimensione internazionale delle due figure. «Persona nota a tutta Europa» aveva definito Porpora il Metastasio: parole che vanno altrettanto bene per Veracini. Rampollo d’una famiglia di musicisti, violinista come molti suoi familiari, quest’ultimo diede saggio del proprio talento dal secondo decennio del Settecento prima a Venezia poi in Germania, a Londra e a Praga. Fu membro stimatissimo della formidabile orchestra di Dresda, città che lasciò precipitosamente nel 1723 in circostanze poco chiare, e allestì diverse opere proprie nella prestigiosa piazza teatrale di Londra. L’Italia, e Firenze, rimase per una vita intera l’altro polo dell’esistenza errabonda e avventurosa di questo compositore-virtuoso dai modi anticonformisti. Londra e Dresda, oltre a Vienna, furono il palcoscenico europeo anche di Nicola Porpora. Fu nell’alveo della musica vocale nelle sue multiformi varietà – opera, serenata, oratorio, cantata, musica da chiesa – che si svolse la prodigiosa attività di Porpora, tra gli esperti più raffinati della voce umana, i cui segreti insegnò a Farinelli, Caffarelli, Montagnana, suoi allievi. Non potrebbe esserci epigrafe migliore del suo magistero delle parole che gli dedicò Joseph Haydn, che di Porpora fu assistente e allievo pochi anni dopo la pubblicazione delle sonate in programma, quando affermò d’aver appreso «dal celebre signor Porpora i veri fondamenti della composizione».
La sfida in questo concerto avverrà sul piano della sonata per violino dei due autori, accomunati dallo strumento prescelto (lo strumento di Veracini, un unicum invece nella produzione di Porpora). Le tre raccolte attorno alle quali ruota il programma, come la sonata manoscritta di Veracini, nascono tutte alla della Corte di Dresda, a testimonianza dei comuni, stretti rapporti con l’epicentro della diffusione del gusto italiano in Germania. L’op. 1 di Veracini vede la luce nel 1721 durante il servizio del compositore in Sassonia con dedica al principe ereditario che l’aveva chiamato a Dresda da Venezia, dove Veracini aveva già composto per lui nel 1716 quella raccolta da cui proviene la Sonata in la minore eseguita questa sera. L’op. 2, le Sonate accademiche, chiamate tali perché destinate alle accademie musicali, cioè ai concerti privati, benché pubblicate a Londra nel 1744 sono dedicate allo stesso principe diventato nel frattempo re di Polonia ed elettore di Sassonia col nome Augusto III, di cui Veracini si definisce “compositor di camera”. Le 12 Sonate di violino e basso di Porpora uscirono a Vienna a dieci anni dall’ultimo parto di Veracini, nel 1754, ma sempre all’intenzione della Corte sassone, dedicate alla persona di Maria Antonia Walpurgis, nuora del re, poetessa, compositrice e allieva di canto dello stesso Porpora. Singolare e notevolissimo questo parto senile del grande compositore, prossimo ormai alla settantina, che, al pari delle tre raccolte, assai diverse, di Veracini esibisce una forte propensione alla sintesi tra esperienze culturali diverse: moderno e antico, contrappunto e melodia vocale, stile italiano e gusto francese. Sarà sufficiente uno sguardo alla Sonata op. 2 n. 5 di Veracini per constatare come vi si avvicendino irritualmente un Adagio assai dalla gestualità teatrale e dalla cantabilità espressiva, il contrappunto serrato del Capriccio con due soggetti, l’invenzione melodica volitiva dell’Allegro assai, la freschezza della Giga conclusiva, speziata di ammiccanti inflessioni patetiche. Un concentrato della selezione raffinata di gusto e scienza compositiva, che non andrà disgiunto dalla ricchezza di esperienze internazionali che i compositori italiani come i due oggi celebrati seppero metabolizzare e restituire in creazioni dall’impronta personale e dalla qualità estetica ancora memorabile.
PROGRAMMA
Nicola Porpora Sonata in re maggiore n. 11 per violino e basso
(1686-1768) Moderato – Presto – Lento, Adagio – Allegro
Sonata in fa maggiore per violoncello e basso
[Largo] – Allegro – Adagio – Allegro non presto
Francesco Maria Veracini Sonata accademica in sol minore Op. 2 n. 5 per violino e basso
(1690-1768) Adagio assai (con grandissima gravità) – Capriccio VI con due soggetti (Allegro assai, Adagio assai) – Allegro assai – Giga (Allegro)
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Nicola Porpora Sonata in sol maggiore n. 2 per violino e basso
Sostenuto (Grave, Fuga, Arpeggiato) – Aria Cantabile – Allegro
Francesco Maria Veracini Sonata in la minore per violino e basso
Largo – Allegro – Allegro, Adagio, Allegro – Allegro
Sonata in la maggiore Op. 1 n. 7 per violino e basso
Cantabile – Larghetto, Adagio – Allegro – Largo – Allegro
BIGLIETTI posto unico 15 € – Vendita sul posto, secondo disponibilità, 40 minuti prima di ogni concerto; in sede presso la segreteria parrocchiale di S. Maria della Passione (via Conservatorio 16) dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.00; online (con diritto di prevendita): Circuito Vivaticket www.vivaticket.it
INFORMAZIONI – Associazione Culturale La Cappella Musicale – via Vincenzo Bellini 2 – tel e fax 02.76317176 – e-mail mail@lacappellamusicale.com – sito www.lacappellamusicale.com
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.