Oh..là là là il pallone Macron si è sgonfiato. Definitivamente. Per un colpo di spillo chiamato Alexandre Benalla. C’era nell’aria un certo fastidio per un damerino parolaio e inconsistente che pensava di fare il monarca definendo «spese pazze» i costi del residuo Welfare, facendo prevedere così ulteriori tagli all’assistenza sociale. Sicuro di sé, sempre con l’arroganza in tasca ha cercato alleanze privilegiate (vedasi con Trump), senza riuscirci, sul problema immigrazione è stato un mediocre attore dalla doppia verità, in politica estera cura gli interessi della Francia, dimenticando l’Europa a cui appartiene. Se i francesi sono stufi hanno mille ragioni. D’altronde si è presentato come l’unto dal Signore, infallibile, innovatore, capace di fare la differenza anche in Europa per quella capacità innata della sinistra di sapersi vendere.
Ma quella pruderie che sempre serpeggia nell’ironia dei francesi, ha oggi una ragion d’essere dopo l’affaire Benalla. Per quel dire che nega voci insistenti di corridoio, dopo un tempo incolmabile d’attesa “Benalla non è il mio amante” Benalla oggetto dell’imbarazzo presidenziale conferma che all’Eliseo c’è un gruppo di palestrati body guard che aspettano un sorriso da Macron e a volte usurpano gli addetti ai servizi. Sia come sia, non credo che i gusti sessuali di Macron interessino più di tanto, ma l’affaire forse è ancora tutto da scoprire.
Hollande era decisamente più simpatico: con il casco in testa e un motorino sfrecciava per le vie di Parigi per andare dalla sua bella.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano