Sono bambini. E sono tutti belli nel candore e nello stupore con cui guardano il mondo e il tempo e le novità di un paese sconosciuto, dopo un lungo viaggio, dopo i sogni raccontati da una madre che spera.
Si affidano con la semplicità del cuore, si accontentano di poco, di una carezza, di un gioco, di un pezzo di pane.
Sono minori migranti, in America, nei centri di accoglienza predisposti prima da Obama e oggi da Trump. Ma il perché politico non interessa oggi. Oggi Propublica, appellandosi al Freedom of Information Act, ha ottenuto i documenti relativi a 70 dei circa 100 centri gestiti dall’Ufficio per i rifugiati, agenzia che dipende dal dipartimento della Sanità. E l’inchiesta rivela 125 casi di abusi sessuali e maltrattamenti. Non si sa se i casi riportati nel rapporto di ProPublica si riferiscano a minori accompagnati dai propri genitori o no.
L’associazione racconta la storia di un 15enne dell’Honduras molestato nel centro di Tucson, in Arizona, nel 2015. Il colpevole, un 46enne, è stato condannato. Ma sarebbero state prodotte anche le prove di un traffico umano sempre di minori. Bambini scomparsi in 70 dei 100 centri per migranti gestiti da un’agenzia del governo americano. Bambini il cui destino potrebbe essere quellodell’adozione illegale o, peggio, dello sfruttamento sessuale. L’intera stampa americana si sta occupando di questi centri di accoglienza, soprattutto negli ultimi mesi, da quando vengono riempiti non solo dai bambini migranti, ma anche da minori, persino neonati, strappati ai genitori dalla polizia di confine con il Messico.
La politica ha le sue ragioni. Ma i bambini hanno diritti che non si possono sottacere. E la povertà è un flagello che un mondo civile non dovrebbe tollerare.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano