C’era una volta “Cinqghei”, inteso come soprannome di un povero che, al Parco Sempione chiedeva la carità. Con grazia, con pudore, in milanese “Cinqghei, se puoi, ma se non puoi sarà per la prossima volta”. Era diventato un ospite fisso del Parco, sempre sorridente, pulito, gradevole, un po’ filosofo sulla vita che bisogna prenderla come viene..e additava il sole, i cani, i fiori. Si diceva avesse la moglie malata, si diceva che avesse perduto il lavoro in fabbrica..si dicevano tante cose…Ma per quei Cinqghei tutti eravamo disponibili.
La generosità non cambia, ma oggi è cambiato il modo di chiedere, con arroganza, con minacce. L’episodio successo a Vicenza e raccontato da Il Giornale, stigmatizza codici comportamentali che stanno diventando abituali, che segnalano un degrado sociale allarmante. Il fatto “Il grave episodio di insensata violenza è avvenuto verso le 10:30 della scorsa domenica in viale Milano a Vicenza, nei pressi del parcheggio della stazione ferroviaria. Protagonista della storia un nomade di 45 anni, D.H, già conosciuto alle forze dell’ordine: l’uomo ha insistito per avere altri soldi dall’anziano che aveva donato 4 euro e, al rifiuto di quest’ultimo, ha cominciato prima ad offenderlo pesantemente per poi seguirlo tra le vie assolate impedendogli, con la forza, di salire in auto. Preoccupato il pensionato ha chiamato il 113. Una pattuglia della Squadra Volanti è arrivata sul posto nel giro di pochi minuti; ma il nomade invece di calmarsi, ha cercato di colpire con calci e pugni anche gli agenti. Il nomade è stato denunciato per resistenza, violenza ed oltraggio a pubblico ufficiale ma, infine, è stato rilasciato. Se si esige con la violenza una donazione stabilendo la quantità, non è più chiedere la carità, ma aggressione per una rapina.
Olga Molinari