Come era prevedibile l’uscita di Silvia Sardone da Forza Italia ha scatenato un piccolo terremoto politico. Fatta salva la quasi totale adesione alla scelta della bionda ex forzista da parte dei suoi elettori, che su Facebook l’hanno gratificata con commenti positivi e inviti a cambiare partito, con netta predominanza di quelli che le hanno indicato di aderire alla Lega, i politici che si sono espressi in proposito non hanno manifestato altrettanto entusiasmo.
I primi a parlare sono stati ovviamente alcuni suoi ex colleghi di partito, Gianluca Comazzi, Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale e Giulio Gallera, Capo Delegazione in Giunta Regionale, che, dopo avere manifestato un improbabile stupore le hanno elencato i motivi che avrebbe per essere grata al partito “Forza Italia, da sempre, l’ha sostenuta e incoraggiata: dapprima favorendo la sua nomina a presidente Afol (Agenzia per la formazione e lavoro), poi nel Municipio 2 e in Consiglio comunale. Infine, alle ultime regionali, Forza Italia ha dato come indicazione di partito quella di sostenere apertamente Sardone come candidata donna, contribuendo al suo grande successo elettorale per poi valorizzarla affidandole la presidenza della commissione Bilancio, la più importante e strategica della Regione”. Auspicando infine che “per coerenza si dimetterà dalla presidenza della commissione, ottenuta grazie al grande supporto e ai voti di Forza Italia. In casi come questi, eleganza vuole che i politici non restino attaccati alle poltrone”. Pacato Fabrizio De Pasquale, Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino che dopo essersi dispiaciuto la scelta fatta nel mentre si cerca di rilanciare il partito, ha manifestato qualche sospetto sui veri motivi dell’abbandono “i partiti non sono come i taxi su cui si sale o si scende a seconda delle delusioni o dei sondaggi” ricordandole che “Abbiamo aderito a Forza Italia per valori che vogliamo ancora difendere. In Comune e nei municipi non cambia nulla, siamo la principale opposizione a Sala e siamo più determinati che mai a riprenderci Milano e a far ripartire da Milano un centrodestra a trazione liberale e riformista“
Inattesa invece la reazione di Andrea Monti, vice capogruppo della Lega al Pirellone. Certi ammiccamenti della Sardone a Salvini non gli devono essere stati graditi, perché, dopo avere accolto la notizia con sarcasmo, “Sono sollevato che il Consigliere Silvia Sardone abbia posto fine al suo personale travaglio politico interiore, così da poter serenamente affrontare le meritate ferie”, si è detto stupito nell’apprendere dai giornali che il periodo di riposo dovrebbe servirle per decidere come e quando entrare in Lega. Monti ha quindi precisato, “A questo proposito credo ci sia un rovesciamento dei termini: al limite saranno i vertici del Movimento a prendere la decisione migliore per il futuro di tutti. Siamo dei tradizionalisti: da noi prima di diventare militanti occorre attendere almeno dodici mesi, fare la colla e attaccare qualche centinaio di manifesti“.
Nessun leader nazionale si è ancora pronunciato, vedremo se lo faranno e scioglieranno i molti dubbi che ancora rimangono sulle cariche che ricopre e ricoprirà la “pasionaria” del quartiere Adriano, per intanto le resta l’offerta di un posto da attacchina nella sezione Nord Milano.
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