Severo Maduro: Lezioni (disastrose) di economia gialloverde applicata.

Esteri

Ve lo ricordate il Ministro delle comunicazioni Iracheno, ai tempi dell’invasione Americana dei primi anni 90? In contrapposizione al collega responsabile degli armamenti, era chiamato Alì il Comico. Si guadagnò il soprannome quando, con le immagini dei carri armati Usa alle spalle che invadevano Bagdad, continuava a dichiarare che la città fosse imprendibile. Ecco, l’erede spirituale di Alì vive in Venezuela e rilascia dichiarazioni del genere:

“Dobbiamo impegnarci in una disciplina fiscale prussiana ed eliminare definitivamente l’emissione di denaro speculativo a favore della creazione di denaro rivolto alla produzione di ricchezza, petrolio, oro e turismo”

Il Compagno Maduro, Presidente del Venezuela, autore della predetta dichiarazione, ha avuto una pensata geniale: siccome l’inflazione si mangia gli stipendi, beh, che diamine, aumentiamo gli stipendi. Circa del 3500%. Cosa potrà mai andare storto, dopotutto? Assolutamente nulla. Se non arrivare a generare tassi di inflazione oltre il MILIONE PER CENTO. Avete letto bene. Milione. Ma che problema c’è, finché c’è stampa c’è speranza. Cosa c’entra tutto questo con noi? Provate a dirmelo voi:

I ricchissimi abitanti del Venezuela. Popolo di miliardari che, dall’entrata in vigore del nuovo salario minimo, scalzeranno gli Usa come primi in classifica per il Pil. O anche:

La Sterlina è crollata dopo la Brexit. Ma ovviamente meno vale una moneta più Borghi è felice. Infatti, una differenza con Maduro c’è: lui delira di complotti per affossare la sua valuta, Borghi invece ci tiene a svalutare. La chiama svalutazione competitiva. La famosa gara a chi arriva prima a toccare il fondo.

La Lega, in ogni caso, non marcia da sola. I Cinque Stelle appoggiano pienamente il modello Chavista, anche se un po’ tentennano su quello di Maduro. Questione di popolarità, ovviamente, non di contenuti. Quelli sempre figli del venezuela Bolivariano sono. Decrescita felice, emigrazione di massa e stampa di valuta autoctona. Il paradiso di Grillo. L’Inferno per tutti gli altri.

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