Nel modo e nei tempi Salvini vuole smuovere il pachiderma Europa che per cinque anni si è dedicata al lassismo, al baratto con un indice di flessibilità, che soprattutto non ha designato la responsabilità dei migranti e della loro accoglienza. Guardare altrove e lasciar fare è una soluzione pilatesca, ma funziona fino ad una presa di posizione decisa, forse anche troppo. E la nave Diciotti diventa il simbolo di uno scontro epocale con la sinistra buonista e con quell’Europa egoista e menefreghista con lo sguardo altrove.
Dichiara Mara Carfagna a La Stampa “E’ giusto che un Stato sovrano possa decidere a chi far varcare i propri confini e avanzi soluzioni per contrastare la clandestinità. Ma non può prendere in ostaggio centinaia di esseri umani. Uno Stato severo non può essere uno Stato crudele…Non mi piace questo linguaggio: chi rappresenta le istituzioni deve mantenere un linguaggio che ne preservi il prestigio e l’autorevolezza. E poi la pietà non può mai essere contrapposta alla severità e al giusto rigore. Quando hai una nave con a bordo persone che scappano da situazioni drammatiche come somali ed eritrei, non puoi trasformarli in armi di lotta contro l’Europa».
Ma l’esasperazione di Salvini, praticamente solo contro rutti, è ampiamente giustificata, ruota intorno a quella sicurezza degli italiani messa a dura prova da furti, stupri, occupazioni abusive. Sì, meglio non alimentare guerre inutili tra poveri, ma l’esasperazione è anche nel vicino di casa, nell’extracomunitario, che si incontra per caso, nel clandestino che ti vuole semplicemente umiliare con un coltello.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano