Il Sole, al Cairo, picchia forte. Giggino lo regge male (ecco perché ha abbandonato la fortunata e per lui adattissima carriera di bibbitaro). I risultati sono sconfortanti. Di seguito una felice raccolta di balle prodotte e distribuite dal figlio maggiore del Sacro Blog:
“La normalizzazione dei nostri rapporti con l’Egitto non può che passare per la verità sulla morte di Giulio Regeni. Auspico che entro la fine dell’anno si possa arrivare a una svolta sulle indagini”. Forse la meno grave, ma comunque un atto di ingenuità altissimo. Prima di tutto perché, ahinoi, ci crede davvero. In secondo luogo perché, credendoci davvero, non deve aver colto il piccolo dettaglio sul fatto che qui a nessuno importa della verità.
Ad Al Sisi importa dimostrare che non è stato lui. Alla famiglia andrà bene come risposta solo il fatto che il figlio sia stato ucciso proprio da lui. Regeni deve essere morto per mano dei funzionari più alti mentre salvava il mondo. Altrimenti la morte sarà stata inutile. Quindi non avremo mai qualcosa che si possa qualificare come verità. Rassegnati Giggì, l’ispettore Poirot non te lo faranno mai interpretare.
“I ministri che hanno firmato quei contratti devono pagare di tasca propria. Il nostro obiettivo principale su Autostrade è revocare le concessioni perché sono state inadempienti, fare in modo che i politici che hanno firmato quei contratti capestro debbano pagare, ricostruire il ponte in sicurezza. Il ponte lo deve costruire un’azienda di Stato, noi abbiamo un gioiello che si chiama Fincantieri che può essere sostenuta da Cdp. Tanta gente viene da me a dirmi: ma volete far ricostruire il ponte a coloro che l’hanno fatto cadere?”.
I ponti non li facciamo costruire alle casalinghe di Voghera non per colpa della ridente cittadina Padana. E nemmeno per il loro sesso. Quanto piuttosto perché in questioni così complesse, per intervenire, servirebbero competenze. Competenze che casalinghe e stuart degli stadi usualmente non hanno. Allora, se si presenta una folla a chiederti che un dannato CANTIERE NAVALE, solo perché forse ha una società collaterale di costruzioni, faccia il ponte, tu dovresti ascoltarli e poi accompagnarli alla porta. Senza tentare di vendergli pop corn, mi raccomando. Invece Giggì, no. Lui vuole che costruiscano il ponte. Poche balle, un esercito di ingegneri civili con la laurea di Google ed il master a quella della strada.
Questa cosa è una sciocchezza per molti motivi. Il primo finanziario: Il progetto lo dovrebbe, condizionale d’obbligo, fare chi? Piano? Autostrade? Il Grande Architetto? E poi Autostrade paga (quanto? Decidono loro i costi? Il Governo? Pippo, Pluto e Paperino?). Ma è Fincantieri che costruisce. Con i soldi anticipati da Cassa Depositi e Prestiti. Intanto tu revochi ad Autostrade la concessione, facendo venire meno ogni motivo razionale per pagare. Quindi, ricapitaolando: il pagatore può fallire in qualsiasi momento, i soldi li anticipiamo noi e chi costruisce non ha alcuna esperienza di alto livello per farlo. Mi domando cosa possa andare male.
“Le considerazioni di Oettinger sono ancora più ipocrite perché non li avevamo sentiti su tutta la questione della Diciotti e adesso si fanno sentire solo perché hanno capito che non gli diamo più un euro”. Di Maio dimentica che la BCE sta ancora comprando nostri titoli (per quanto meno di prima) e questo sta coprendo, in parte, la fuga di investitori esteri. In sostanza, se Oettinger, domani se la prende davvero, basta un ordine alla BCE di vendita di nostri titoli per coprire il controvalore che non copriamo. Ed a quel punto allacciatevi le cinture. Si sale sulle montagne russe. Letteralmente. E le balle non ci attuturanno la caduta.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,