Il cartello con il non molto velato augurio a Salvini di finire appeso a testa in giù in Piazzale Loreto continua ad agitare la politica milanese.
A parlarne nuovamente ieri mattina era stato l’Assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino con un post su Facebook, dove, prendendo le distanze dalla frase incriminata, aveva scritto: “A me il cartello su Salvini a piazzale Loreto fa schifo. E anzi lo considero un regalo a Salvini. Non me ne ero accorto l’altro giorno (anche perchè altrimenti dal palco lo avrei detto). Ogni volta che si supererà il limite (della violenza: anche solo verbale o teorizzata) gli si darà il pretesto di fare la vittima – sottolineando – (e, certamente, ancora prima, si esprimerà una cosa inaccettabile). L’opposizione a un tizio come lui, a un apparato comunicativo come il suo, a un vento potente come quello che lo sostiene, dovrà essere solo nonviolenta e civile. E le parole sono importanti. Perché la diversità è totale dai razzisti, dagli odiatori, dai fabbricanti di violente fake-news. E va totalmente praticata“.
Sottolineatura che non deve essere stata compresa o ritenuta sufficiente dal Consigliere Comunale e Regionale della Lega Massimiliano Bastoni, che poco dopo ha commentato piccato, “Apprendo che a Majorino il cartello anti Salvini apparso l’altro ieri alla manifestazione flop di piazza San Babila fa schifo. Non tanto per il contenuto (carico d’odio e d’intolleranza), ma perché ciò darebbe il pretesto a Salvini di fare la vittima. Affermazioni tanto risibili quanto fasulle. Quindi, il tizio che si dovrebbe occupare delle politiche sociali del Comune di Milano non si sdegna e non condanna le gravi espressioni palesate dai manifestanti, ma si rammarica poiché quanto accaduto potrebbe portare un vantaggio politico al ministro dell’interno“. Il leghista ha quindi sottolineato la “bassezza di spirito, mancanza di sensibilità, povertà interiore” dell’esponente del PD rivolgendoglisi infine direttamente “Majorino, ciò che affermi testimonia che il vero razzista, fascista, violento e seminatore d’odio sei tu!“.
Malintesi che nascono fra quanti professano idee opposte, a volte preoccupandosi dei vantaggi che certe azioni potrebbero dare agli avversari e altre scordandosi di avere a propria volta gioito per i vantaggi ricevuti dalle azioni che poi si contestano.
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