Blocco bando periferie. ANCi: che ne sarà degli impegni assunti dai comuni?

Lombardia

Il Senato nel mese di agosto ha approvato il decreto Milleproroghe e tra le norme previste c’è anche il blocco ai fondi del bando periferie, ma i Comuni hanno già preso impegni vincolanti e stipulato contratti. Questa la posizione nell’Anci nelle parole del suo presidente Antonio Decaro. “Difendendo la decisione di non erogare risorse per un miliardo e seicento milioni pattuite con 96 sindaci di altrettanti Comuni e Città metropolitane, risorse già oggetto di contratti stipulati al più alto livello istituzionale – ha dichiarato Decaro – dopo un’audizione alla prima e quinta commissione della Camera con una delegazione di 24 sindaci – è stato detto che questi interventi sono molto lontani dalla reale fase attuativa e invece, attraverso un monitoraggio promosso dall’Anci, siamo in grado di dire che i Comuni stanno lavorando, hanno già assunto impegni giuridicamente vincolanti, speso per le progettazioni e in parte anche per avviare i cantieri, anticipando i tempi di attuazione previsti dalle convenzioni firmate con la presidenza del Consiglio che prevedevano per la fine di agosto 2018 la sola progettazione esecutiva“.

L’Anci ha esaminato lo stato di avanzamento dei progetti di 39 delle 96 amministrazioni locali coinvolte. L’importo complessivo dei 39 progetti è di 1.218.483.706 euro. Le amministrazioni hanno contrattualizzato impegni per 42.717.919 euro. Le spese certificate dai soggetti affidatari ammontano a 12.381.058 euro, mentre pagamenti sono stati effettuati per 8.832.529 euro. Nel 33% dei casi sono già state attivate le procedure di gara per l’esecuzione dei lavori, per un importo complessivo vicino ai 65 milioni di euro, mentre nel 9% dei casi i cantieri sono già stati aperti. Molti Comuni hanno già chiesto l’anticipazione del 20% dell’importo dovuto e ammesso a finanziamento, senza ricevere riscontro, e altri Comuni, per il solo finanziamento delle spese iniziali di progettazione, hanno usufruito dell’apposito Fondo rotativo costituito da Cassa depositi e prestiti.

 I Comuni e le Città Metropolitane hanno dunque già sostenuto spese, oneri amministrativi e gestionali, inserito nelle programmazioni triennali delle opere pubbliche tali investimenti, nei bilanci triennali le previsioni di spesa, convocato le conferenze dei servizi per l’acquisizione dei necessari pareri e autorizzazioni paesaggistiche, avviato procedure ad evidenza pubblica, assunto specifiche obbligazioni contrattuali: “Bloccare i fondi – continua quindi Decaro – non è solo un danno per i Comuni e per i cittadini che in quei Comuni vivono, quindi per l’economia del Paese. Il blocco dei finanziamenti è illegittimo sotto il profilo formale e irragionevole sotto quello sostanziale. Illegittimo perché viola un atto convenzionale tra la presidenza del Consiglio dei ministri e il sindaco beneficiario, sospendendo unilateralmente e senza alcuna motivazione, il rapporto in corso. Il finanziamento, secondo convenzione, può essere sospeso o revocato solo in casi tassativamente previsti. In assenza di abolizione o modifica, i sindaci sono quindi pronti a far valere in sede erariale, amministrativa e costituzionale i diversi profili di illegittimità della norma. Dal punto di vista sostanziale, poi, inviterei i parlamentari e i rappresentanti del governo a venire con i sindaci tra i cittadini a spiegare perché le scuole di Arezzo non si possano ristrutturare o il palazzetto dello sport di Rieti non si possa mettere a norma, il parco urbano di Nuoro non si possa rigenerare o le case popolari di Firenze riqualificare. Perché un’operazione importante e attesa di ricucitura di aree socialmente disagiate delle nostre città debba fermarsi“. In chiusura, Decaro spera in un esito positivo per questa mobilitazione, che venga incontro alle richieste dei Comuni che hanno già preso impegni: “Attenderemo insieme l’esito di questa mobilitazione, fiduciosi che il buonsenso prevalga, che i commi 2 e 3 dell’articolo 13 del decreto siano abrogati e modificati – conclude Decaro – Confidiamo che il patto di reciproca collaborazione che dovrebbe guidare sempre le istituzioni con l’obiettivo di tutelare gli interessi dei cittadini, non resti inascoltato. Ma se così non fosse noi sindaci siamo pronti a presentarci a Palazzo Chigi e a consegnare le nostre fasce tricolori, simbolo che tiene insieme il Paese da Nord a Sud”.

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