L’accoglienza “buonista” che guarda gli stupri dei migranti

Attualità

La cultura che non distingue, che non rispetta la parità di genere, che pone in evidenza solo l’istinto.

E non è un discorso di carenza d’informazione e nemmeno di paura. La donna, qui, non è una figura subalterna, non è figlia di un Dio minore. L’insufficienza di maturità culturale ha molteplici origini che, comunque, non giustificano l’aggressione e l’egoismo. Gli stranieri africani che approdano in Italia, ognuno con la propria storia, il proprio radicalismo territoriale, le proprie convinzioni, rappresentano un punto interrogativo che può ledere diritti e comportamenti altrui. E tutti quegli uomini che circolano per l’Italia, per Milano, che rispondono ad istinti primari, senza la volontà di conoscere e di capire, hanno indiscriminatamente accoglienza e poi abbandono. Nessuna educazione alla sessualità, al ruolo vero della donna. Migranti africani in un centro di accoglienza: gli arrivi in Italia nei primi otto mesi del 2018 sono stati 20.159. A Menaggio, sul Lago di Como, un italiano e tre stranieri sono accusati di aver stuprato due ragazze 17enni. A Rimini un bengalese avrebbe abusato di una turista . A Jesolo, vicino a Venezia, un senegalese avrebbe violentato una ragazza di 15 anni. E un dossier della Polizia, diffuso in questi giorni, ha rivelato che quasi la metà degli stupri viene commessa da stranieri: quest’anno sono stati 1.155, contro 1.628 attribuiti a italiani. (Dati tratti dal settimanale Grazia)

E lo stupro diventa l’improvvisa necessità che la razionalità non sa governare. E’ probabile, come dicono Salvini e molti altri, che possa aumentare statisticamente il numero degli stupri tra migranti, ma è senz’altro vero che gli stupri si moltiplicano, non importa quale sia l’età delle vittime o la condizione. Il buonismo parolaio di sinistra non ha risolto in alcun modo quell’integrazione che è conoscenza, Cultura, rispetto.

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