Ogni sospiro che possa preludere ad un distinguo tra la marea incontrollata dei migranti, diventa orticaria per i buonisti di sinistra con i paraocchi. A prescindere dei toni e della estrema durezza, si deve riconoscere a Salvini di aver ascoltato, di essersi sporcato le mani nei tanti anni di politica, ma soprattutto di aver intercettato quel comune sentire, che rudemente ma positivamente lo allinea con il comune sentire della gente.
Sull’immigrazione il 66% la pensa come lui. Senza chiedersi tanti perché, senza pensare troppo al partito di appartenenza, ma guardando in faccia quello scampolo di realtà vicino che impaurisce, preclude. Quando i flussi migratori non erano così devastanti, la linea di principio e di possibilità veniva evidenziata, portando con sé critiche, osservazioni malevole, condanne.
Già Papa Ratzinger, nel messaggio per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato nel 2013, sottolineava la bontà del diritto a non emigrare, ma non ha mai messo in discussione la necessità dell’accoglienza nei casi emergenti, gestiti legittimamente dal Governo. Esattamente predicava “La Chiesa e le varie realtà che ad essa si ispirano sono chiamate, nei confronti di migranti e rifugiati, ad evitare il rischio del mero assistenzialismo per favorire l’autentica integrazione, in una società dove tutti siano membri attivi e responsabili ciascuno del benessere dell’altro, generosi nell’assicurare apporti originali, con pieno diritto di cittadinanza e partecipazione ai medesimi diritti e doveri”. Il buonismo esasperato, che diventa assistenzialismo senza se e senza ma, non ha ragion d’essere.
Oriana Fallaci e la sua conoscenza del mondo hanno prefigurato l’invasione dell’Islam e l’incompatibilità tra mussulmani e cattolici. Con piacere diamo spazio ad un’iniziativa de Il Giornale “Il volume (con prefazione di Vittorio Feltri) che racconta la Fallaci post 11 settembre 2001, quella de La Rabbia e l’Orgoglio e dei successivi La Forza della Ragione e Oriana Fallaci intervista sé stessa. L’Apocalisse. Una Oriana che vendeva milioni di copie, ma che era accusata, sui giornali e perfino in tribunale, di esser xenofoba, razzista, ignorante. La sua colpa? Aver violato i tabù dei benpensanti, esprimendo una posizione netta sull’islam, da lei ritenuto inconciliabile con i valori «occidentali», e sull’immigrazione incontrollata. Cose che non si potevano e non si possono dire senza incappare tuttora nella condanna del mondo intellettuale. Anche se la cronaca ci mostra l’attualità e la lungimiranza di quelle idee. Il libro dunque ripercorre la polemica seguita alla pubblicazione de «La Rabbia e l’Orgoglio», alla quale parteciparono Tiziano Terzani, Dacia Maraini, Umberto Eco e molti altri. Tutti schierati contro Oriana.”
Il libro in edicola da ieri con il Giornale, a 8 euro più il prezzo del quotidiano, chiarisce come il pensiero unico buonista sia limitato e scorretto.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano