Dudelange-Milan 0-1
Chi pensava che il Milan schiacciasse il Dudelange come un trattore calpesterebbe delle margherite in un campo si è dovuto presto ricredere.
Il Diavolo nonostante non sia sfavillante non sbaglia l’interpretazione della gara, perché la voglia e l’attenzione si vedono e le palle gol anche, una decina, di cui alcune cestinate malamente da Higuain e compagni. È mancato proprio questo, la precisione negli ultimi metri.
I rossoneri faticano più del previsto a sbloccare la gara e alla fine portano via dal Lussemburgo i 3 punti grazie al gol di Higuain, arrivato per altro su deviazione.
È vero che giocavano 9 riserve su 11, anche se Reina non è proprio da considerare un panchinaro visto che è il portiere designato per giocare le coppe, è vero che l’importante era iniziare il cammino europeo con una vittoria e questa è arrivata, ma indubbiamente ci si aspettava un altro tipo di risultato contro una squadra semi-professionistica che annovera parecchi giocatori che fanno un altro lavoro e domani sono attesi dai loro rispettivi datori.
Il Dudelange però, fa capire fin da subito che non è proprio il dopolavoro Lussemburghese arrivato ai gironi di Europa League per caso. Infatti se aveva eliminato nei preliminari Legia Varsavia e Cluj un motivo doveva pur esserci. Il motivo è che questa squadra, all’esordio assoluto in Europa, gioca in maniera organizzata, con due linee di 4 strette che danno compattezza e davanti all’occasione di sfidare il Milan fanno giustamente e prevedibilmente la partita della vita.
È la classica gara in cui una squadra come il Milan ha tutto da perdere e nulla da guadagnare, a parte i 3 punti e, proprio per questo stavolta, nonostante il punteggio non sia pienamente soddisfacente, si può guardare al bicchiere mezzo pieno, perché gli obiettivi di Gattuso erano tre: la vittoria, far riposare i titolari e vedere all’opera i nuovi e chi in generale aveva giocato meno.
Buone indicazioni da Bakayoko, Caldara e Laxalt, meno da Bertolacci, Mauri, Borini e Abate, mentre Castillejo ha sicuramente del talento ma è risultato davvero troppo poco incisivo, nonostante sia suo il pallone per il gol del Pipita. Bicchiere mezzo pieno anche per il pareggio tra Olympiakos e Betis che proietta il Milan al primo posto solitario nel girone.
Domenica torneranno ovviamente i titolari ma a Milano arriverà l’Atalanta e sarà tutta un’altra musica.
Analisi tattica.
4-3-3 per il Milan. 4-4-2 per il Dudelange.
I lussemburghesi provano a fare bella figura e ci riescono, puntando su due linee strette di 4 senza rischiare il palleggio sapendo che la qualità è nettamente inferiore rispetto a quella dei rossoneri. Qualche discreta individualità aiuta il loro compito, come le parate del portiere Frising, la fisicità dei centrali Schnell e Prempeh e la regia offensiva di Sinani.
Il Milan predica calma, forte della maggior qualità tecnica, palloni ragionati ma senza guizzi fatica a trovare le giuste misure per andare in gol come ci si aspetterebbe. I pericoli infatti arrivano da un paio di incursioni solitarie di Bakayoko, per il resto Higuain fa da accentratore ma i compagni si smarcano poco, soprattutto Borini e Castillejo che non fanno i tagli su cui Higuain più di una volta ricama e il Pipita finisce per rimproverarli. Gattuso decide allora di far alzare il ritmo ai suoi e le occasioni cominciano ad arrivare anche se bisogna aspettare il secondo tempo per sbloccare la gara. Molti gli esperimenti del tecnico calabrese che trova alcune indicazioni soddisfacenti e altre meno.
Ufficiale: Gazidis nuovo AD.
In settimana è arrivato l’annuncio ufficiale di Ivan Gazidis nuovo amministratore delegato rossonero dal 1 dicembre.
Elliott ha mandato due messaggi molto importanti: 1- se vuole una cosa la ottiene. 2- il progetto Milan non è a breve termine.
Il nativo di Johannesburg è il dirigente più pagato della Premier inglese, amministratore delegato dell’Arsenal da nove anni, in cui ha fatto schizzare alle stelle ricavi e fatturato. Proprio per questo Singer, che lo conosce molto bene, lo ha inseguito a lungo e voluto fortemente, per aumentare ricavi e fatturato, punti indispensabili per una società come il Milan che vuole tornare tra le big d’Europa.
Gazidis è nato in Sudafrica ed è cresciuto in Inghilterra a Manchester, da dove poi è partito per gli Stati Uniti giocando un ruolo chiave da uomo simbolo nella creazione della nuova MLS americana, tornato in Inghilterra ha reso l’Arsenal una delle società di calcio più quotate al mondo con fatturati da capogiro in continuo aumento. Ora arriva al Milan, con uno stipendio che si vocifera aggirarsi intorno ai 4 milioni di euro all’anno, il CR7 dei dirigenti possiamo dire.
Non rimane altro che fare il nostro augurio, buon lavoro Ivan.
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