La grande battaglia dei Cinque Stelle contro l’Economia

Attualità

Il problema delle dichiarazioni di Rocco Casalino non è tanto di comunicazione. Non è nemmeno la formidabile combinazione di ignoranza crassa e supina ed uno stipendio stellare. No. Il problema è il rapporto sottostante tra Grillini e numeri. Scusatemi se sono pedante, ma se tenti di prendere a pugni la legge di gravità non riuscirai a volare. Questo piccolo dettaglio sfugge alle menti economiche dei nostri amici gialli al governo. I quali oggi hanno un problema: pagare il reddito di cittadinanza subito, ad ogni costo, prima che Salvini li lasci a piedi. In caso contrario, alle prossime elezioni rischiano l’estinzione. Solo che c’è un piccolo, normalmente trascurabile dettaglio: i soldi non si trovano.

Eppure erano, là, da qualche parte. Giusto? Vedete la differenza tra Cinque Stelle e gli altri, normodotati, politici è che i primi alle balle da campagna elettorale ci hanno davvero creduto. Gli altri, quelli brutti e cattivi, sanno che tra quello che racconti e quello che succede c’è un sano distacco. Sarà immorale, sarà cinico, sarà quel che volete, ma è così. Gli adepti di Grillo, invece, erano convinti che alla fine dell’arcobaleno ci fosse la pentola d’oro. Con un po’ di fatica la fine dell’arcobaleno l’hanno trovata. Ma dell’oro nemmeno la traccia. Conclusione logica: qualcuno ci sta intralciando. E questo qualcuno è meglio che faccia apparire subito l’oro. Per il suo bene. Altrimenti lo sostituiremo con una votazione su Rousseau.

Questo è grave. Casalino è un epifenomeno, sicuramente fastidioso, fors’anche odioso, ma è una conseguenza. La causa è il fatto che l’Italia, incarnata perfettamente da Grillo, è in una pericolosissima fuga onirica dalla realtà. E non accetta che glielo si faccia notare. Appurato che fare sei o sette punti di deficit sarebbe un suicidio, appurato che la spending review di Cottarelli sarebbe un bagno di sangue, adesso si ricorre alla magia.

Ed alla caccia all’untore. E serve un fesso nella stanza di Conte che narri questa vicenda restando serio. Diventando feroce, se del caso. Rocco è là per questo: fare la faccia brutta ai giornalisti. Che sia verbalmente incontinente (letteralmente l’unico difetto che un portavoce non dovrebbe avere) è irrilevante. Basta che non contenga le parole che vogliono sentirsi dire dalle parti dell’ufficio di Di Maio.

Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa la Casaleggio Associati. Non avete notato anche voi uno strano silenzio imbarazzato da quelle parti? Tipo quando in una compagnia si inventa uno scherzo su qualcuno ed il più fesso finisce per crederci davvero, ma tu non hai il coraggio di dirglielo? Ecco, a me pare di percepirlo nettamente. Casalino, invece, che è perfetto per il suo ruolo, non lo sente affatto. E continua a ripetere che i soldi ci sono, e se non si trovano è colpa dei cattivi tecnici del tesoro.

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