Sarà annunciato oggi dall’assessore Lorenzo Lipparini il risultato della consultazione pubblica sulla riapertura dei Navigli. E ci scommettiamo dirà che i Navigli aperti piacciono a tutti. Eppure un progetto con forti limiti: in cima a tutte le idee partorite dal sindaco Giuseppe Sala c’è sempre il problema del dopo. Prima fa, spende (o mette a bilancio) e poi del dopo si occuperanno quelli che verranno. Un esempio è proprio il suo pallino Expo. Ha chiuso i bilanci con diversi problemi (la discussione è lunga, ma se vuole lo invitiamo a un dibattito pubblico per sviscerare il tema), ma adesso il futuro del piastrone di cemento che è rimasto a Rho non è chiaro. Anzi va scurendo ogni mese che passa, perché il magico momento in cui Sala era commissario speciale e aveva poteri e fondi statali illimitati è finito. Niente poteri e niente soldi. Così continua a prendere musate su musate, perché un conto è avere a che fare con i suoi adepti, un conto con il mondo libero dalle schiavitù intellettuali tipiche italiane. Non ha portato a casa nulla Beppe Sala, quindi adesso prova a scavare cinque pozzanghere e farle passare per la riapertura dei canali milanesi. Se fossimo in un Paese normale, avrebbe raccolto solo risate. Invece essendo la sinistra di governo in affanno, anche d’idee, in tanti si lanciano sul “sogno” alla Briatore (versione Crozza). Il rischio per i milanesi è serio perché Sala continua a girare il mondo per accreditare sè stesso come politico degno di qualche ministero, quando lui e i suoi avranno finito di spolpare Milano saranno guai perchè ai milanesi rimarranno i conti da pagare.
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