Varato il Def: cosa c’è, le misure utili e quelle no

Attualità

1) Da 1,5 a 2,4% non è un dramma finanziario e non è nemmeno la svolta, ma politicamente Tria ha perso rispetto ai partiti. Con lui la linea “prudente” sostenuta da Mattarella. Il Mef è stato piegato.

2) 10 miliardi sul reddito di cittadinanza. La misura non crea lavoro, i centri per l’impiego non funzionano e rischia anche di essere molto spalmata (pochi soldi ai tanti aventi diritto). Nel breve termine ha un senso politico per i 5 stelle, non per il paese. Ne oggi ne domani.

3) 15% su partite Iva. Questa è probabilmente la misura più sensata e salvabile della legge di bilancio. Bisognerà vedere come rimoduleranno IRPEF. Tax non flat, ma è meglio che zero.

4) Fondo per “truffati” dalle banche. Misura politicamente efficace, molto vendibile sul piano della giustizia e della difesa dei risparmiatori verso i banchieri cattivi (la realtà è più complessa, ma si racconta bene così).

5) Pensioni. Dal punto di vista finanziario l’abolizione della Fornero è un fake, ma verrà ritoccata. Misura insensata per la situazione reddituale del paese (gli anziani vincono sempre, i giovani sono i più poveri, ma è una questione numerica e la politica su questa si muove). Politicamente, però, la misura è astuta: accattivarsi gli over 60, cioè quelli che votano maggiormente per il PD.

6) La pace fiscale. Moralmente discutibile, politicamente molto efficace, economicamente probabilmente conveniente. Lo Stato incassa subito una parte, il cittadino è contento per il condono. Senza dubbio qualche furbo ci guadagnerà, ma centinaia di migliaia di persone, soprattutto dei ceti produttivi, sentiranno un “sollievo” per le pendenze ridotte.

7) Sono spariti, almeno nei comunicati, gli investimenti pubblici. Grave errore se le infrastrutture, e il lavoro che portano, fossero state sacrificate per il reddito di cittadinanza e le pensioni.

Da ultimo, come accaduto spesso negli ultimi anni la manovra sembra priva di priorità, non di lungo, ma anche di medio periodo. Tante politiche spezzettate con risorse frazionate e centellinate, aggrappate ai decimali. Il rischio è che per fare tutto, poco e subito, si rischia di fare troppo poco, e male nel corso degli anni. Politicamente parlando, può non essere gradito a tanti, ma queste misure sono ciò per cui le forze di governo sono state votate in massa. Molte di queste politiche, inoltre, vengono condivise anche con le opposizioni che sia dal governo che nella propaganda le hanno anticipate e assimilate. Da Bruxelles possono arrivare dei rimproveri ma una Commissione in uscita, assediata dalle nuove forze anti-establishment che divampano ovunque, può intervenire poco, soprattutto se lo spread non si rialzasse rapidamente. E non è detto che ciò accada per 20 miliardi in più su 1800 di Pil.

Post di Lorenzo Castellani

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