Quella malinconia che dava una sfumatura di tenerezza raccoglieva lacrime e speranze di una vita, era la bellezza, forse, delle canzoni di Charles Aznavour. Un giocoliere dei sentimenti, un’attenzione palpabile per le città, una capacità letteraria e introspettiva per l’animo umano. E la simbiosi con chi ascoltava era immedesimazione: si guardava, si sentiva, si camminava, si amava, si soffriva insieme, quasi che i suoi sentimenti e le sue emozioni fossero così vive da essere universali. E l’innovazione, la semplicità, l’apparente orecchiabilità fecero della sua musica, motivo di bellezza universale. E a volte vedevo il fumoso interno di un bar, la libertà dei colori di Chagall, la nostalgia del tempo, l’insoddisfazione di un anelito incompiuto.
Nessuno sarà come Charles Aznavour morto a 94 anni nella sua casa ad Alpilles, nel sud della Francia. Gli chiedeva VanityFaire due anni fa: Si considera un vincente?
«Non posso negarlo. Ho tre lauree honoris causa da tre grandi università, io che ho smesso di studiare da bambino. Ho stretto la mano a non so quanti presidenti e re. In ogni Paese in cui vado, la prima cosa che fanno è portarmi dal Capo di Stato e appuntarmi una medaglia. Ho tante di quelle onorificenze che potrei farne un monumento».
Nel successo, che cosa conta di più: la fortuna o la pazienza?
«La determinazione nell’ignorare quelli che ti possono fare del male. E poi ci vuole la determinazione tout court. Il perfezionismo aiuta. Essere dei rompiballe aiuta. Io lo sono».
Edith Piaf lo lanciò, la sua sensibilità e la sua musica fecero il resto. Ma, ripeto i suoi versi come un omaggio:
Quel tempo era per noi
“No, non mi scorderò mai niente, niente di noi
Non immagini più/Il bene che mi fa/Immergermi con te/Nella mia adolescenza/
Risalire con te/A tanto tempo fa/Io vorrei… Se tu vuoi”
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano