Sino al 3 febbraio 2019 sarà possibile ammirare a Palazzo Reale una straordinaria mostra dedicata a Carlo Carrà (Quargnento (AL)1881 – Milano 1966), uno dei più grandi maestri del Novecento, protagonista dell’arte italiana e della pittura moderna europea. Si tratta della più ampia e importante rassegna antologica mai realizzata sull’artista, un’occasione irripetibile che vede riunite circa 130 opere, concesse in prestito dalle più importanti collezioni italiane e internazionali, pubbliche e private. L’esposizione apre a trent’anni dall’ultima rassegna a lui dedicata a Milano (1987) e a cinquantasei anni da quella che – Carrà ancora in vita – si svolse nel 1962, sotto la presidenza di Roberto Longhi, entrambe realizzate sempre a Palazzo Reale.
Quella del 1962 era un omaggio al maestro che nel ‘54 aveva ricevuto la medaglia d’oro di cittadino benemerito e che giovanissimo aveva scelto Milano come sua città d’elezione; un doveroso riconoscimento che faceva seguito al tributo dedicato al pittore nelle sale della Pinacoteca di Brera nel 1942, in uno dei momenti più tragici della seconda guerra mondiale.
Obiettivo della nuova esposizione è ricostruire l’intero percorso artistico del maestro attraverso le sue opere più significative dalle iniziali prove divisioniste, ai grandi capolavori che ne fanno uno dei maggiori esponenti e battistrada del futurismo e della metafisica, ai dipinti ascrivibili ai cosiddetti ‘valori plastici’, ai paesaggi e alle nature morte che attestano il suo ritorno alla realtà a partire dagli anni Venti, con una scelta tematica che lo vedrà attivo sino alla fine dei suoi anni, non senza trascurare le grandi composizioni di figura, soprattutto degli anni Trenta, il decennio a cui risalgono anche gli affreschi per il Palazzo di Giustizia di Milano, documentati in mostra dai grandi cartoni preparatori.
La mostra presenta un corpus di oltre 130 opere concesse da alcune delle più grandi collezioni del mondo come quelle dello State Pushkin Museum of Fine Arts di Mosca, dell’Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra, della Kunsthaus di Zurigo, della Yale University Art Gallery, della Národní galerie di Praga, del Museum of Fine Arts di Budapest e dai Musei Vaticani e da prestiti di numerosi musei italiani, tra cui la Pinacoteca di Brera, il MART di Rovereto, il Museo del Novecento di Milano, le Gallerie degli Uffizi di Firenze, oltre a molte collezioni private, così da ricostruire la fitta trama di affinità intellettuali e di rapporti d’elezione che legò Carlo Carrà ai suoi collezionisti e amici del tempo. Fu, infatti, artista irrequieto, persona dai viaggi significativi che lo portarono già giovanissimo a Parigi e poi a Londra, e di importanti incontri internazionali da Apollinaire a Picasso, oltre che uomo di grandi aperture culturali e letture che lo spinsero a svolgere un’attività critica sulle riviste più importanti e di tendenza del tempo, “La Voce”, “Lacerba” e soprattutto “L’Ambrosiano”.
La mostra non intende proporre solo la produzione artistica di Carrà, ma anche tratti e momenti più significativi di quella che lui stesso definisce “una vita appassionata”. E’ corredata da documenti, fotografie, lettere e numerosi filmati che testimoniano l’intensa vita di Carlo Carrà, di cui in prima persona ci dà conto nelle pagine de La mia vita, l’autobiografia che ha scritto nel 1942. L’esposizione presenta, in assoluta anteprima, un filmato inedito del 1952, per la regia di Piero Portaluppi, riscoperto e valorizzato grazie ad un progetto di ricerca di Andrea Scapolan, che ne ha seguito il restauro realizzato da CSC – Cineteca Nazionale, che documenta la vita di Carrà attraverso le parole di Roberto Longhi.
I visitatori avranno a disposizione un’audioguida che li accompagnerà nelle varie sezioni con un racconto accessibile e coinvolgente, sonorizzato dalle musiche da camera di Alfredo Casella, amico di Carrà.
7 sezioni, ciascuna espressione di uno specifico periodo della vita e dello stile del grande maestro: Tra Divisionismo e Futurismo; Primitivismo; Metafisica; Ritorno alla natura; Centralità della figura; Gli ultimi anni; Ritratti. Così il percorso espositivo, fluido e coerente, scandisce le tappe di una vita interamente dedicata alla pittura: “La mia pittura è fatta di elementi variabili e di elementi costanti. Fra gli elementi variabili si possono includere quelli che riguardano i princìpi teorici e le idee estetiche. Fra gli elementi costanti si pongono quelli che riguardano la costruzione del quadro. Per me non si può parlare di espressione di sentimenti pittorici senza tener calcolo soprattutto di questi elementi architettonici che subordinano a sé tutti i valori figurativi di forma e di colore. A questi principi deve unirsi quello di spazialità, il quale non è da confondersi col prospettivismo; poiché il valore di spazialità non ha mai origini per così dire visive. Questo concetto nella mia pittura è espressione fondamentale.” (Carlo Carrà, 1962)
Il catalogo di Marsilio Editori include un cd musicale “Nel salotto di Casella: la musica da camera di Alfredo Casella, collezionista di Carlo Carrà” prodotto da Concerto Classics, che permetterà di indagare e raccontare il milieu in sui si è sviluppato ed è cresciuto il talento artistico di Carrà, narrando in musica il rapporto con la sua epoca e con quello che fu, per stima e pura amicizia e non per ricchezza personale, il suo maggiore collezionista.
Info mostra 199.15.11.21 Orari: da lunedì a venerdì 9.00-18.00; sabato 9.00 – 12.00
Dall’estero: +39 02 89096942 mostracarra@civita.it – www.palazzorealemilano.it
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.