Ci sono cose che non cambiano mai, nemmeno con la manovra del cambiamento, nemmeno con 40 miliardi circa di spesa pubblica aggiuntiva, nemmeno con un deficit che sale al 2,4% del prodotto interno lordo. Una di queste, la peggiore, si chiama scuola. Più precisamente, 50 milioni di euro in meno sul progetto di alternanza scuola lavoro. Si tratta di pochissima roba, intendiamoci, figlia del ridimensionamento delle ore obbligatorie. Ma è sintomatico che del settore più importante che c’è vi sia solo questo da dire o quasi, nel documento che fa da pietra angolare per i programmi del governo gialloverde per il prossimo triennio.
Sintomatico, soprattutto se si considera che siamo già oggi uno dei paesi che spende meno in istruzione d’Europa. (Francesco Casellato)
Il ministero ora abbassa il numero di ore necessarie “per consentire più qualità e attenzione” a un sistema che non è pensato per far lavorare uno studente in un’azienda durante il suo percorso scolastico, ma piuttosto per fargli scoprire la cultura del lavoro, fargli mettere a fuoco le attitudini personali. Fonti del ministero dell’Istruzione precisano, poi: “La partita è appena cominciata ed è del tutto aperta. Non c’è alcun taglio al settore scolastico, ma una riforma razionale e attesa dell’Alternanza scuola lavoro. Quelli conseguiti sono solo risparmi, conseguenza diretta di un cambiamento annunciato ormai da tempo: il ridimensionamento delle ore obbligatorie. I risparmi conseguiti grazie alla revisione dell’Alternanza scuola lavoro potranno essere reinvestiti nel settore scolastico o potranno contribuire a finanziare le altre importanti misure annunciate dal Governo”. (Corrado Zunino)
Nuovo sistema di reclutamento per i docenti della scuola e piano straordinario di assunzione per i ricercatori universitari. Le ore di alternanza scuola-lavoro saranno più che dimezzate, mentre alle elementari arriveranno maestri di musica, inglese e sport…Il capitolo dedicato a Istruzione e ricerca mette al primo posto lo sviluppo di percorsi di cittadinanza attiva fin dal primo ciclo di istruzione. Sarà rivista anche la formazione iniziale dei docenti di sostegno «definendo degli indicatori per misurare la qualità dei processi di inclusione in ogni scuola anche al fine di ottimizzare le risorse e ridurre le disparità regionali». Misure saranno realizzate per ampliare l’offerta formativa già dalla primaria, la scuola elementare, attraverso docenti «con titoli idonei all’insegnamento della lingua inglese, della musica e dell’educazione motoria»,…La Nota precisa che sarà rivista «la disciplina, risalente al 1958, relativa all’organizzazione delle attività sportive scolastiche».
Sul fronte universitario, si annunciano misure per agevolare l’accesso alla no tax area al fine di ampliare la platea degli studenti che ne beneficiano. Revisione annunciata per i corsi a numero programmato, dopo le polemiche per l’accesso a Medicina. (Nicola Mondelli)
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