Il Milan batte anche il Chievo. Terza vittoria in una settimana.

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Milan-Chievo 3-1

Era importante vincere prima della sosta e il Milan ha vinto, con un Biglia gigantesco in mezzo al campo e l’intesa davanti tra Higuain e Suso che va sempre più affinandosi e che ha portato altri due assist dello spagnolo per il Pipita. Senza la rete subita sarebbe stata una partita interpretata quasi alla perfezione ma va bene anche così.
I rossoneri giocano una buona gara, costruendo molte palle gol e sprecandone qualcuna di troppo come sempre, concedendo al Chievo una sola conclusione in porta che Pellissier manda in fondo al sacco. Il solito errore individuale, questa volta di Kessie, che però arriva sul 3-0 quando il Diavolo la partita l’aveva ormai chiusa e quasi addormentata.
Era questo che il Milan non riusciva a fare prima, chiudere le partite e spegnere ogni speranza degli avversari, nelle ultime gare la tendenza sembra essere stata invertita e ora si cerca la continuità di risultati che in parte è arrivata grazie alle tre vittorie in questa settimana prima della sosta. Ossigeno puro da respirare a pieni polmoni.
La squadra nelle ultime uscite, oltre all’abnegazione e al solito bel gioco, ha mostrato più sicurezza e convinzione in ciò che sta facendo, non ha mai smesso di proporre in campo i concetti che Gattuso sta inculcando nelle menti a Milanello ma è ovvio che si acquisisca maggior consapevolezza di essere sulla strada giusta quando le partite si vincono. Il lavoro comincia a dare qualche frutto e i frutti spesso nel calcio sono i 3 punti.

Analisi tattica.

Milan 4-3-3. Chievo 4-4-2.
Il Milan parte accelerando subito, con buona intensità, fraseggiando bene sul corto per aprire spazi con i triangoli a far smarcare sempre un uomo da servire tra le linee, questo lo farà per tutta la partita. Alza più del solito il pressing nella metà campo avversaria per una riconquista più feroce della palla, portando le mezzali in avanti e accorciando con i difensori per tenere corta la squadra. Il palleggio dal basso che chiede Gattuso è eseguito bene e Biglia ha sufficiente spazio per distribuire palla e sviluppare la manovra col giropalla veloce, si vedono anche i cambi di gioco tra gli esterni che fanno muovere le maglie difensive avversarie e consentono a centravanti e mezzali di entrare in area e trovare gli spazi per ricevere gli assist.
Il Chievo prova a contenere i rossoneri con due linee di 4 ma lascia spesso troppa distanza tra i reparti e si fa sorprendere da chi va a smarcarsi sulla trequarti. Il pressing gialloblu non risulta efficace e sembra patire mancanza di organizzazione. Radovanovic prova a cercare spesso Birsa ma non lo trova mai libero tra le linee perché Biglia chiude ogni linea di passaggio, il Chievo prova allora ad appoggiarsi sul centravanti per far salire la squadra.

Sosta e derby.

La sosta per le nazionali anticipa il derby e dal punto di vista della tensione sembra uno scherzo di cattivo gusto architettato dal sorteggio del calendario. Aspettare il derby per 15 giorni è una tortura a cui la maggior parte dei tifosi si sarebbe sottratta volentieri, perché saranno 15 giorni di infinita attesa, da combattere cercando di pensarci il meno possibile, anche se chiunque ha la consapevolezza che non pensarci è fantascienza. Chi invece non potrà proprio fare a meno di pensarci saranno Gattuso e Spalletti, ma anche i giocatori, che siano impegnati con le nazionali o meno.
Preparare un derby è diverso, il derby si prepara da solo direbbe qualcuno. In parte è vero, almeno per ciò che riguarda la sfera mentale, ma sul campo, sulle idee di gioco, sulle sorprese per non cadere nelle banalità tattiche di facile lettura da parte degli avversari, il derby va preparato anche meglio delle altre partite. Per i 3 punti, per la classifica, ma anche perché il derby spesso lancia la squadra che lo vince in una nuova dimensione mentale più positiva e, soprattutto, perché il derby non è solo una partita. Il derby è storia, il derby è stile contro stile, è prestigio, è sfottò.
Il derby è il derby.

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Andrea Mutti

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