Adesso daranno del populista anche a lui. Dopo il duro atto d’accusa del procuratore capo di Avellino, Rosario Cantelmo, sui comportamenti di vertici e funzionari della società Autostrade per l’Italia spa, durante la requisitoria nel processo in corso ad Avellino per la morte di 40 persone precipitate a bordo di un bus dal viadotto “Acqualonga” dell’A16 Napoli-Canosa, l’accusa arriverà. Cantelmo
ha sottolineato in alcuni passaggi del suo intervento il preminente interesse al profitto di una società che “nonostante i lauti guadagni derivanti dal pedaggio che pagano i cittadini, non ha inteso provvedere alla manutenzione delle barriere del viadotto”. A suo merito va detto che non ha mollato il colpo: in un successivo passaggio, il Procuratore di Avellino ha censurato anche la condotta difensiva degli
imputati: “Hanno scelto il negazionismo: nel rimpallo di competenze e responsabilità, nessuno sapeva niente di Acqualonga”. Ora diranno che è il clima del Paese, fino a non pensare più alle vittime. Nè ai manager che si buttano nelle vacanze, mentre i bus si buttano giù dai viadotti non manutenuti.
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