I risultati in sintesi
Il Rapporto sull’internazionalizzazione degli atenei di Milano e della Lombardia, giunto alla sua ottava edizione, sottolinea come il processo di apertura internazionale delle nostre Università sia proseguito anche nell’anno accademico 2016-2017, in linea con i dati degli anni precedenti.
Continua La crescita degli studenti internazionali (+2,4% sull’anno precedente) continua, raggiungendo le 12.878 unità. Come negli anni precedenti, si conferma un sostanziale bilanciamento tra i generi (52,2% femmine e 47,8% maschi). Per quanto riguarda la tipologia di studenti, il 90,5% degli studenti internazionali è iscritto a corsi di laurea (I, II livello, ciclo unico) mentre la quota restante (9,5%) è iscritta a corsi post lauream (dottorati, master e scuole di specializzazione).
Rispetto alla totalità degli studenti lombardi, bisogna notare che gli studenti internazionali scelgono più frequentemente corsi STEM1 (50,1% versus 40,0% per la totalità degli studenti lombardi) e, in misura ancora maggiore, corsi di arte e design (6,1% versus 1,4%). Questo secondo dato può essere interpretato come il risultato di un forte vantaggio competitivo degli atenei lombardi nel campo dell’arte e del design, probabilmente anche in relazione al prestigio del «marchio» made in Italy e all’elevata reputazione internazionale della stessa città di Milano in campo creativo.
Prendendo in considerazione la provenienza geografica, il 42,6% degli studenti internazionali è europeo e il 38,4% è asiatico. In valore assoluto, sono Cina (2.017 studenti), Iran (876 studenti) e India (752 studenti) i Paesi più rappresentati. La nazionalità del Vecchio Continente più rappresentata è quella Svizzera (751 studenti), segue l’Albanese (446).
Importante è anche la variabile rappresentata dai programmi di mobilità (Erasmus e altri).E’ confermata la crescita del numero di studenti coinvolti in tali programmi (17.820, +5,3% sull’anno accademico precedente): tanto di quelli italiani in uscita (10.737, +0,6% sull’anno precedente) quanto – e il dato è particolarmente positivo – di quelli stranieri in entrata (7.083, +13,2% sull’anno precedente). Diversamente dai colleghi stranieri, la maggior parte degli studenti italiani aderisce a programmi di mobilità diversi da quello Erasmus.
In controtendenza invece risulta il dato relativo agli accordi internazionali stipulati dagli atenei, in leggero calo rispetto allo scorso anno accademico e pari a 5.451 (-5,5% sul periodo precedente). Questo deriva almeno in parte da una necessità di semplificazione amministrativa, strategia perseguita da alcune Università che, dopo anni di forte proliferazione di tali accordi, non hanno rinnovato quelli ormai inattivi o non utilizzati.
Per finire è possibile rilevare come gli atenei lombardi e milanesi siano mediamente caratterizzati da una maggiore offerta di corsi impartiti in lingua inglese (24,2% e 28,7% del totale dei corsi, rispettivamente) se confrontati alla generalità degli atenei italiani (16,3% dei corsi). La stessa tendenza si osserva riguardo ai cosiddetti corsi «double degree» (24,7% e 29,0% del totale dei corsi, rispettivamente negli atenei lombardi e milanesi, contro un 13,4% a livello nazionale).
(Sono considerate discipline STEM quelle relative a scienze, matematica, ingegneria, tecnologia, medicina, fisica, informatica e chimica.)
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